Eccola
la soluzione all’incuria e all’erba alta nelle ville e nei parchi
di Roma: «Le pecore tosaerba». La Capitale chiede aiuto agli ovini,
che scendono letteralmente in campo per mantenere bassa la
vegetazione, ma - assicura il sindaco Virginia Raggi - «il metodo
dell’ecopascolo» sarà utilizzato soltanto nelle periferie. Le
pecore dunque non invaderanno il centro di Roma.
Ieri
il Comune ha firmato il protocollo d’intesa con la Coldiretti per
questa nuova soluzione, che vedrà impegnate 50 mila pecore in circa
20 aeree della città, dal Parco degli Acquedotti al Parco del
Pineto, da Valle Aurelia alla zona di Tor Crescenza-Acqua Traversa.
La soluzione non è del tutto nuova per la Capitale. Già duemila
ovini sono infatti all’opera. Al Parco della Caffarella «convivono
serenamente con i cittadini», spiega l’assessora all’Ambiente
Pinuccia Montanari. La convivenza a breve coinvolgerà quindi altri
abitanti di Roma, ma non quelli del centro città che non vedranno le
pecore pascolare nei parchi. E probabilmente, si deduce, saranno
costretti a continuare a vedere l’erba alta in attesa di una
soluzione alternativa del Campidoglio.
L’accordo,
che è stato presentato ieri, riprende iniziative avviate anni fa in
alcune altre città. La prima è stata Torino, con l’ex sindaco
Sergio Chiamparino che ha introdotto in alcune aree verdi questa
iniziativa. In Europa invece è Parigi che utilizza le pecore in zone
delimitate. Il protocollo presentato per la Capitale va in sostanza
in due direzioni. In primo luogo sono stati individuati venti parchi
dove gli agricoltori potranno falciare l’erba con mezzi propri e
darla poi agli animali. Dove invece l’erba è più bassa, questa la
seconda opzione, ecco che l’esercito di pecore entra in campo.
«Questo protocollo d’intesa - spiega il sindaco Raggi - vuole
valorizzare la funzione agricola di questa città che ha 40 milioni
di metri quadri di verde e circa il 40 per cento ha vocazione
agricola». Inoltre, secondo Raggi, con l’utilizzo delle «pecore
tosaerba restituiremo agli ovini un’area che gli è stata
sottratta».
L’assessora
Montanari ricorda che già in altre città europee, nella lista c’è
anche Berlino, si utilizza l’ecopascolo e che pecore che brucano
l’erba a Roma ci sono sempre state. Un esempio (forse poco
azzeccato)? «Si vedono anche in dipinti del 1600», dice
l’assessore. Per David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio, «è
una grande opportunità, riuscire a rientrare nel modello agricolo a
Roma è una sfida e un’opportunità per tutti». Il motto è già
pronto: «Sarà la festa della transumanza a Roma».
La
Stampa venerdì 25 maggio 2018
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