22.8.18

In memoria di Vincino. Sette vignette politicamente scorrette (1986)


Di persona Vincino Gallo l'ho conosciuto appena. A Gela.
Quando vi arrivai, nel 1971, era ancora lì, con altri attivisti di Lotta Continua o Potere Operaio, convinti che quello fosse il posto giusto per innescare la miccia della rivoluzione.
Io non facevo quasi per niente militanza, tutto preso dai miei impegni di giovanissimo padre e inesperto insegnante di Liceo. Fino alle elezioni politiche che si svolsero nella primavera del 1972, rimasi “cane sciolto”, come a dire un “gruppettaro senza gruppetto” e dei gruppi abbastanza deluso. Solo allora, sollecitato da Totò Crocetta, che avevo conosciuto nel 65, in Fgci, ripresi la tessera del Partito Comunista che dal 69 non avevo più rinnovato.
Fino ad allora la mia attività politica a Gela si limitò alla partecipazione a qualche assemblea in preparazione di manifestazioni operaie o studentesche. Oltre a Gallo, fu in quelle occasioni che conobbi Luigi Rosati e Guelfo Guelfi, ma l'unico dei tre ad essermi simpatico era Vincino, di cui vagamente intuivo il genio creativo e che peraltro andò via quasi subito. Gli altri due mi stavano sullo stomaco, cosa che ascrivo a mio merito.
Dopo di allora ho seguito, seppure senza assiduità, l'attività di vignettista satirico di Vincino, su “Lotta Continua”, su “L'Espresso”, sul “Male” vecchio e nuovo, e in tanti altri posti. Non sempre mi piaceva la sua aggressività, talora i suoi attacchi mi parevano forzati o volgari o ingiusti; ma era quella la sua cifra, il suo stile, che, secondo il mio mathema di insegnante di latino, sembrava riprendere toni e moduli della più antica satura latina, quelli del lutulentus Lucilio. Nelle aggressioni visivo-verbali di Vincino affiorava del fango e, se giudicate classicamente, potevano apparire di cattivo gusto, ma era così che lui dava espressione al suo estro fantastico, tendenzialmente barocco e, mentre colpiva duro, induceva alla riflessione.
I sette disegni “politicamente scorretti” che seguono sono ripresi da “Tango”, che – diretto da Sergio Staino – uscì tra il 1986 e il 1988 come supplemento settimanale a “l'Unità”. Non sono di sicuro tra le creazioni di Vincino più geniali o più efficaci, ma sono di certo esemplificative del suo modo di concepire la satira, che non tollerava limitazioni o divieti di nessun tipo. Si tratta di disegni datati, comprensibili per chi al tempo seguiva l'attualità, ma forse esigono, per alcuni tra gli osservatori più giovani, qualche ricerca di informazioni in rete. L'ultimo, in ordine cronologico ma anche nell'ordine che io ho scelto, è un po' diverso dagli altri, più astratto e nichilista se si vuole. A me pare che parli del nostro tempo sbandato.
Mi dispiace molto che Vincino se ne sia andato: era una intelligenza “fastidiosa”, che a volte trovavo qualunquistica e cattiva, ma mi mancherà. E non solo a me. (S.L.L.)

"Tango", 5 maggio 1986


"Tango", 27 ottobre 1986


"Tango", 23 giugno 1986


"Tango", 26 maggio 1986


"Tango", 14 luglio 1986


"Tango", 7 aprile 1986


"Tango", 27 ottobre 1986

2 commenti:

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