12.10.18

Bosco. Una poesia di Ángel González Muñiz (Oviedo,1925 – Madrid, 2008)



Incroci il crepuscolo.
L'aria
devi quasi separarla con le mani
tanto è densa, tanto è impenetrabile.
Vai. Non lasciano impronte
i tuoi piedi. A cento a cento gli alberi
trattengono il respiro sulla tua
testa. C'è un uccello che non sa
che tu sei lì, e lancia il proprio fischio
lungo all'altro lato del paesaggio.
Il mondo cambia di colore: è come
l'eco del mondo. Eco distante
che tu fai tremare, oltrepassando
le ultime frontiere della sera.

Bosque
Cruzas por el crepúsculo.
El aire
tienes que separarlo casi con las manos
de tan denso, de tan impenetrable.
Andas. No dejan huellas
tus pies. Cientos de árboles
contienen el aliento sobre tu
cabeza. Un pájaro no sabe
que estás allí, y lanza su silbido
largo al otro lado del paisaje.
El mundo cambia de color: es como el eco
del mundo. Eco distante
que tú estremeces, traspasando
las últimas fronteras de la tarde.

Nei siti “A media voz” e “Poemas del Alma” - Trad. Salvatore Lo Leggio

1 commento:

  1. Non so, davvero non so, se rammaricarmi o felicitarmi dei miei piedi senza orme. Solo mi consola l'uccelletto che "non sa che sono lì" ma canta per me.
    Mi è piaciuto questa poesia e andrò a cercare il suo autore.
    Ciao.

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