10.10.18

Una strana scuola di Firenze (Francesco M. Cataluccio)

Scuola città Pestalozzi 1950.
In alto da sinistra: l'orto e la dstribuzione del latte.
 In basso da sinistra: il giornale ciclostilato e la musica

… Eravamo tutti e due esonerati dall’ora di religione, in una strana scuola di Firenze, circondata da un bel parco alle spalle della chiesa di Santa Croce. Una scuola fondata nel dopoguerra da un pedagogista sognatore, Ernesto Codignola, che l’aveva intitolata a Pestalozzi. «Scuola-Città» era organizzata proprio come un piccolo staterello autogestito a tempo pieno dai bambini: c’erano libere elezioni dei rappresentanti, un sindaco, una giunta e una corte di giustizia (anch’essa elettiva). Gabriele era giudice, io invece assessore alla cultura (e direttore quindi del trimestrale ciclostilato «Il nostro piccolo mondo»). In quella straordinaria e inconsueta scuola, dove non c’erano i voti e ognuno studiava quel che aveva voglia, ci muovevamo come allegri e spensierati pesciolini d’acquario ignari del mare: i figli dei poveri del quartiere si confondevano con quelli di qualche intellettuale di sinistra o straniero di passaggio in città che aveva sentito parlare di questa unica esperienza di utopia scolastica realizzata.

Da Vado a vedere se di là è meglio, Sellerio 2010

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