25.2.19

Tempo di andare in pensione. Un articolo di Walter Cremonte per “micropolis” (2002)


Generale, il tuo carro armato è una macchina potente / spiana un bosco e sfracella cento uomini. / Ma ha un difetto: / ha bisogno di un carrista. [...] Generale, l'uomo fa di tutto. / Può volare e può uccidere. / Ma ha un difetto: / può pensare.
Quante volte, specialmente quand’ero un giovane insegnante democratico, ho dato questa poesia da commentare come compito in classe ai miei incolpevoli allievi; e quasi sempre in concomitanza di crisi internazionali, che non sono certo mancate. Per cui - in una forma di sottile ricatto, della quale mi rendo conto solo ora - mi ripromettevo di suscitare, oltre all’ammirazione per l’insuperata radicalità del nesso pensiero-poesia nel vecchio Bertolt Brecht, l’assunzione di una posizione di denuncia della guerra eventualmente in corso e di ogni forma di militarismo: come potevano non condividere una scelta di rifiuto fatta in nome dell’uomo e della sua qualità più preziosa, il “poter pensare”?
Certo, è tutto giusto e potrei dire di me: fatto bene. Come mai, allora, questo dubbio che ora mi tormenta? Sarà stato per caso un po’ troppo generico (genericamente umano) quel richiamo all’uomo e ad un suo presunto valore positivo?
Adesso guardo la televisione e vedo le città palestinesi rase al suolo dai carri armati di Sharon, e mi ripeto a memoria la vecchia poesia; ma non me ne viene una consolazione. Ecco, si vedono i carristi che sbucano dalle torrette e puntano i mitragliatori su ragazzi terrorizzati, in ginocchio. Cosa “pensano”, i carristi? Le migliaia di riservisti che lasciano la casa, l’ufficio, per andare a fare questo... Allora mi viene il dubbio che oggi avrei delle difficoltà a spiegare il senso ironico-antifrastico di quella parola su cui si inarcano le tre strofe della poesia: “difetto”. E mi viene il dubbio che forse quella parola è da prendere, oggi, alla lettera: è davvero un difetto (ein Fehler) il dato che l’uomo “può pensare” - e questo uomo qui, proprio lui sul suo carro armato. E credo che non ho più tante speranze da comunicare, e credo che farò bene a lasciare la scuola. In fondo è tempo di andare in pensione. 

"micropolis" aprile 2002

Nessun commento:

Posta un commento