19.5.19

Parole. Ormai tutto è grosso (Gian Luigi Beccaria)

Camillo Sbarbaro


Vi sono parole - scriveva Camillo Sbarbaro nei Fuochi fatui - che i vocabolari danno per equivalenti e ch'io non confonderei; non direi mai musco per muschio, visco per vischio... Si eviterebbero ambiguità e, s'anche di poco, la lingua si arricchirebbe. Così la spuma non è la schiuma. La nuvola è leggera, un fiocco di bambagia; la nube, il suono cupo lo dice, è plumbea, minaccia temporale. La sottana è greve, tetra, è quella del prete, dell'ava; mentre la gonna è festosa, è una corolla capovolta...».
Anche il comune parlante ha bisogno di sfumature, di distinguere, perché la realtà è sfumata. I perfetti sinonimi non esistono. I sinonimi non sono degli optional, ma la ricchezza di una lingua, e vanno usati nel modo più appropriato. Non posso confondere monelleria con marachella, perché la prima è la malefatta di un ragazzo vivace, e la seconda ancora una malefatta, ma fatta di nascosto. Ingenuo è diverso da minchione, e risparmiatore da tirchio, spilorcio, taccagno, pidocchio. Un modo appartiene a un registro neutro, formale, un altro invece all'informale, magari al gergale. Errore è diverso da strafalcione, da assurdità, bestialità, asinata, castroneria, o cazzata, come direbbero oggi i più. C’è una gradazione a discendere tra imbrogliato, truffato, turlupinato, bidonato, buggerato.
Alcuni sinonimi mettono in evidenza lo stacco tra passato e presente, tra antiquato e aggiornato. Specie nel campo tecnico: di un auto, sono certo sinonimi fanali-fari-proiettori-gruppi ottici, ma aumenta dall'uno all'altro la connotazione in senso tecnico. A volte poi è la moda, l'andazzo del momento a guidare la scelta: prendi due aggettivi come grande/grosso che tendono oggi ad avvicendarsi. Bisognerebbe distinguere tra «un grande scrittore», che indica ingegno e bravura stilistica, e «un grosso scrittore», che non ne sottolinea certo la corpulenza, ma la fama, trasferendo alla persona la corposità dell'attributo. Oggi però "grosso", moda anglicizzante per influsso di "big", è diventato un aggettivo tuttofare. Ha fagocitato tanti altri aggettivi specifici e informativi, ha eliminato una gamma di percezioni, reazioni, valutazioni. Tutto è grosso, un grosso finanziere, un grosso campione, un grosso personaggio, un grosso successo, un grosso affare, abbiamo sempre dei grossi problemi...

Tuttolibri – La Stampa, 11 agosto 2007

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