19.5.19

Cani migranti

Cani randagi alla stazione di Gela

Le notizie sui cani randagi qui “postate” sono riprese dalla “spremuta di notizie” da Giorgio Dell'Arti, che a sua volta le ha tratte da un articolo di Meroni su “Libero” il 12 marzo 2019, poco più di un anno fa. L'impressione ricavata da una ricerca in rete, a giudicare dalle notizie di incidenti e di problemi sanitari sorti qua e là in conseguenza del randagismo è che i problemi non siano stati per nulla risolti, e che forse si siano addirittura aggravati.
Secondo il ministero della Salute che i cani randagi in Italia erano almeno 700 mila, ma ipotizzava che fossero anche di più, troppi essendo i canili abusivi, troppi essendo i canili non abusivi che non comunicavano i dati, troppe le amnesie di regioni come Calabria e Campania che nulla facevano sapere. Il ministero poi rivelava un intenso traffico di cani randagi dal Sud verso il Nord, al punto che zone dove il randagismo era scomparso si trovavano di nuovo col problema. Per esempio Varese, Como, l’hinterland di Milano, Monza. Nella sezione milanese della Lega Nazionale per la difesa del cane era stata da poco denunciata l’improvvisa diffusione di malattie che si credevano scomparse, come la leishmaniosi e la giardiasi: secondo quella lega «questi animali “deportati” sarebbero cani problematici: malati, diffidenti, fobici, di difficile adozione».

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