Mario
Melloni, che fu con il nome di Fortebraccio corsivista de “l'Unità”,
amatissimo dai suoi lettori, soleva inserire nei suoi “pezzi”
storie e aneddoti tratti dalle fonti più svariate e raccontati in
bello stile. Questo ricorda uno scrittore ottocentesco al tempo molto
popolare e caro alle sinistre democratiche e socialiste. (S.L.L.)
Nel
1871, dopo il lungo esilio, Victor Hugo fu eletto deputato. Un giorno
egli teneva davanti a un’assemblea attentissima uno dei suoi
infiammati discorsi. Ed ecco che dal folto degli uditori si alzò una
vocetta stridula a interromperlo. Il grande uomo si fermò, e,
secondo l’uso, disse: «Monsieur, nommez-vous», nominatevi, dite
chi siete. Ma nessuno raccolse l’invito.
Allora Victor Hugo riprese
a parlare, e ancora, per una seconda e una terza volta, la solita
vocetta fessa e anonima si fece sentire, finché l’oratore, perduta
la pazienza, ripetè rabbiosamente l’invito a nominarsi.
Ed ecco
che finalmente dal folto dell’uditorio si alzò un nome: «Bourbichon». «Bourbichon? — disse il celeberrimo romanziere
stupito. — Bourbichon? Je n’espérait pas tant», io non speravo
tanto.
l'Unità, 30 aprile 1982
Nessun commento:
Posta un commento