17.9.09

La sarta sciatta. Monovocalismo (S.L.L.)


La sarta sarda
sbracata sfanga
la palandrana.


Ha paga scarsa,
scarpa slacciata,
tasca slabbrata,
sciarpa ramata,
calza tarlata,
gamba sciancata,
mamma malata.


La sarda sciatta
mangia affamata,
assatanata.


Là, dalla stalla,
al cha-cha-cha
la vacca balla:
sacra baldracca
canta alàlà;
la capra campa.


Sciatta la sarta
mangia lasagna,
sbava la panna.


Dalla marrana
s'alza la rana,
lassa la lasca
lancia la palla,
danza la samba,
avvampa l'acqua.


La sarta sarda
cava marsala
dalla caraffa.


Là, dalla landa,
la talpa scava,
la marra frana
amalgamata,
ammatassata
da fata arcana.

Non ricordo con esattezza quando scrissi questa poesiola, ma era il periodo che m'ero appassionato degli esperimenti dell'OuLiPo, dopo l'85 e prima dell'89. S.L.L.

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