10.5.10

Dissesto idrogeologico in Sicilia. Due domande.

A Messina il 27 aprile si è svolta l’Assemblea regionale dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni. Si è parlato soprattutto del dissesto idrogeologico in Sicilia. Roberto Visentin, che è sindaco di Siracusa e presiede nell’isola l’associazione, ha detto che l’84 per cento dei comuni nella provincia di Messina è da considerare a rischio per frane e alluvioni, mentre in tutta la Sicilia i centri che potrebbero subire forti danni sono intorno al 70 per cento. In grave pericolo sono soprattutto i paesi del messinese (ben 91), ma anche in altre province, come Trapani, Agrigento, Palermo, i danni potrebbero essere enormi.

Prima domanda (la stessa che da “Notizie radicali” si rivolge Valter Vecellio). Perché una documentata notizia di questo peso è stata totalmente ignorata dalle tv e dalla grande stampa?

Seconda domanda. Nei giorni successivi al convegno di Messina l’Assemblea regionale siciliana ha approvato il bilancio predisposto dalla Giunta Lombardo con il voto determinante del Pd, motivato come contributo alle riforme. Quanti euro in più, rispetto al recente disastroso passato, sono stati appostati in quel bilancio per prevenire frane ed alluvioni?

1 commento:

  1. Si possono mettere in sicurezza molti siti a rischio idrogeologico con poca spesa,adottando un nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani che li incorpora senza inquinare in blocchi di cemento,che possono essere impiegati a basso costo per riparare le zone dissestate od a rischio.Posso dare spiegazioni dettagliate sul sistema in argomento a chi ne sia interessato.
    Genova - aldocannavo@fastwebmail.it

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