27.12.10

Il sesso del Cavaliere.

Ebbe sei nomi, due nature e mille destini; fu ambasciatore e spia di Luigi XV di Francia, capitano dei dragoni e dama di compagnia; viaggiò per l'Europa evitando guerre e beffando regine, morì in povertà ai tempi di Napoleone, in una miserabile convivenza con una vecchia inglese che ignorava la sua ambivalenza.
Per trent'anni tutta l'Europa scommise sul vero sesso di D'Eon: donna, uomo o ermafrodito? Solo il medico incaricato della sua autopsia svelò il mistero. Ma non senza accendere altri stupori attorno a un personaggio che, nel secolo di Voltaire, seppe fare del suo corpo e della sua mente un teatro e un'enciclopedia, della sua vita una sceneggiatura pronta per esser filmata. Charles-Geneviéve-Louis-Auguste-André-Thimothée d'Eon de Beaumont nacque a Tonnerre, in Francia, nel 1728 da un avvocato e una nobildonna di antica famiglia. Il suo amico La Fortelle nel 1779 ne scrisse – lui vivo - una biografia (La vie militaire, politique et privée de Mademoiselle d'Eon, Charles-Geneviéve) secondo la quale l’individuo nacque femmina, ma fu spacciato per maschio dal padre, pieno di debiti e obbligato da una clausola ereditaria a generare un figlio.
Per quel che se ne sa, D’Eon fino a sette anni s’abbigliò da bambina, ma a 13 partì da casa come maschietto per frequentare il prestigioso Collége Mazarin, dove si laureò brillantemente in legge nel 1749. Aveva mostrato fin dai primi anni un talento per le lingue e una memoria stupefacente e la versatilità era accompagnata da un fascino perturbante. Pertanto, a Versailles come a Parigi, entrò subito nei cerchi alti: segretario di Monsieur de Sauvigny, amministratore del fisco parigino e infine, nel 1756, membro del gabinetto segreto di Luigi XV, cui erano affidate le manovre politiche più complicate.
«D'Eon é giovane, piccolo di statura, con un seno pronunciato e gambe proporzionate alla sua complessione fisica» - così è rappresentato in un documento ufficiale. Ottimo spadaccino, ha tuttavia spalle strette, fianchi rotondeggianti, un sorriso da Gioconda, carnagione chiara, pelle vellutata. Intuendo le chances connesse alla sua ambiguità, il re gli affida un delicato ufficio alla corte di Elisabetta I di Russia, la zarina figlia di Pietro il Grande. La Guerra dei Sette anni è alle porte, Luigi vuole convincere la Russia a unirsi a Francia e Austria contro la Prussia di Federico II. A San Pietroburgo si presenta a Elisabetta in veste di dama, con il nome di Lya de Beaumont, e diviene la lettrice di francese della zarina. «Lya» non si copre il viso di pesanti belletti, non si trucca, ma la sua pelle è liscia come petalo di rosa.
Dopo qualche mese D’Eon rientra a Parigi, ma nel 1757 è di nuovo a San Pietroburgo, stavolta in vesti maschili: si finge zio della dama che aveva impersonato l'anno prima. Nel 1761 lascia la Russia: nominato capitano dei dragoni del re, combatte da eroe nella Guerra dei Sette anni. Luigi XV lo insignisce della Croce di San Luigi e poi, nel 1763, lo invia a Londra come ambasciatore e spia. Il Cavaliere con feste e raffinati regali enogastronomici seduce la nobiltà inglese, mentre nella sua biblioteca raccoglie a migliaia volumi e rari manoscritti. Il re, temendo le liaisons dangereuses di D'Eon in Inghilterra, ben presto lo richiama: si parla di un imminente arresto. Ma D’Eon non rientra; e conserva nel suo cassetto i piani segreti del re di Francia per l’invasione dell’Inghilterra. Pubblica a tamburo battente un libro, Lettres, memoires et negociations particuliées, ma saggiamente evita di fare menzione dei preparativi dei francesi e della rete di spionaggio. Otterrà, grazie a questo sottile ricatto, il permesso di restare in Inghilterra e una cospicua pensione.
Decide a questo punto di decide di diventare donna. Scrive Giuseppe Scaraffia: “Assecondando abilmente le dicerie sul proprio conto, d'Eon effettuava la manovra più spericolata e brillante del suo movimentato curriculum. Realizzava sotto gli occhi di tutti un'operazione tipica dello spionaggio: la sparizione e la riapparizione sotto un'altra identità. La sua nuova personalità si inseriva perfettamente nel dibattito illuminista in cui rappresentava agli occhi della gente la prova concreta dell'importanza dell'educazione, in grado di trasformare una donna in un eroe di guerra, capace di scrivere libri e d'occuparsi di politica ad alto livello”.
Il suo esilio durerà quasi 15 anni. Nel 1774 Luigi XV muore e sul trono gli succede Luigi XVI. Il nuovo sovrano vuole mettere le mani sui documenti compromettenti che conserva D'Eon, e per convincerlo ricorre ai buoni uffici di Beaumarchais, il celebre autore delle Nozze di Figaro. D'Eon pone come condizione di essere riconosciuto ufficialmente come donna. Intanto il sesso del cavaliere diventa oggetto di scommesse presso tutti gli allibratori.
Un film francese di Molinaro, Beaumarchais l'insolente, ha rievocato il turbinoso incontro tra D’Eon e Beaumarchais. A Londra il cavaliere si presenta al commediografo come "donna infelice", desiderosa soltanto di un decreto che confermi la sua identità femminile. Racconta di essere stata educata da maschio dal padre per motivi ereditari. Il commediografo compiange e corteggia con discrezione, ma, concluso l'accordo, tra i due accadranno liti di tutti i colori: in un modo o in un altro il grande di giro di scommesse sul sesso del cavaliere coinvolge entrambi.
Al suo arrivo in Francia D'Eon fu accolto come una celebrità. Nei ricevimenti, benché riconosciuto donna, continua a vestirsi da ufficiale e a trattare le donne con cavalleria. Per indurlo ad adeguarsi alla sua nuova identità, il re arriva ad imprigionarlo. Accetta infine di indossare le gonne ma usa un linguaggio da soldataglia in contrasto con lo strascico dell'abito. Quando gli ricordano che quand’era in armi tutti ammiravano le sue belle gambe, non esita ad alzare la sottana esclamando: "Se siete curiosi, guardate!". Nel 1777 Voltaire, un po' imbarazzato, accetta d'incontrare "quell'animale anfibio che non è un uomo né una donna" e financo un esperto come Casanova si lascia ingannare: malgrado le sue maniere mascoline – sentenzia - D'Eon è donna.
Nel 1785 aveva ottenuto di poter far ritorno in Inghilterra, «un paese che ama la libertà», e questa volta da donna. Aveva ritrovato gli amici inglesi, frequentato i circoli degli espatriati francesi, ma il suo fascino ormai era in disarmo. Lo scrittore Horace Walpole nel 1786 lo definisce «rumoroso, fastidioso e volgare», e ne critica le mani maschili, James Boswell scrive che D'Eon «ha tutta l'aria di un uomo vestito da donna».
Lo scoppio della Rivoluzione francese lo entusiasma, ma il potere giacobino lo priva del vitalizio, costringendolo a sette mesi di prigione per debiti, e segna l'inizio del suo declino. Al Cavaliere, tornato in Inghilterra, resta l'abilità da spadaccino, che sfrutta per integrare le magre entrate. A sessant'anni, appesantito, vince tornei a Oxford, Birmingham e Brighton, ma è ferito gravemente a Southampton. Gli ultimi anni D'Eon li passerà in miseria, dividendo casa e spese con Mrs Mary Cole, ignara vedova di un ammiraglio. Nel 1805, mentre Napoleone incendia l'Europa, scrive una biografia, La Pucelle de Tonnerre, su Giovanna d'Arco, per lui un modello perenne. L’opera non verrà mai pubblicata. Il 21 maggio del 1810 Charles-Geneviéve muore, regalando al mondo il suo ultimo coup-de-théatre. Il chirurgo che ne esamina il cadavere, vi ritrova sì «quanto vi è di più maschile», ma pure «una inconsueta rotondita' nelle membra, una debolissima traccia di barba, una gola per nulla mascolina. Spalle robuste, seno considerevolmente sviluppato; braccia, mani e dita di una donna in carne, fianchi stretti e gambe e piedi corrispondenti alle braccia».

Fonti
Giuseppe Scaraffia, D' Eon, cavaliere con le gonne, “Corriere della Sera” 18 aprile 1997
Stefano Semeraro Un transgender alla Guerra dei Sette Anni “La Stampa” 17 agosto 2006

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