20.7.11

Lo schiavo moro (Montaigne, Libro II, capitolo XXXVII)

Il capitolo XXXVII dei Saggi di Montaigne (libro II) ha come titolo Della rassomiglianza dei figli ai padri. Ma in realtà ha molti temi ed è uno tra i saggi più lunghi, vari e complessi. La sua apertura, ad esempio, illustra e commenta il modo seguito da Montaigne per comporre i Saggi, il suo costruirli per strati, anche dopo lunghi intervalli di tempo, con il proposito di riprodurre il corso mutevole dei propri umori, il nascere, maturare, correggersi e complicarsi di ogni idea. Tra i temi trattati la malattia, i medici, i loro errori. E’ in quest’ambito che cita e riassume una favola di Esopo che non ricordavo e non ritrovonella forma originale, ma mi piace in ogni caso collocare qui, a futura memoria mia e altrui. Riporto dunque il brano di  Montaigne che ne dà conto, sperando che trovi qualche estimatore anche per le possibili attualizzazioni. (S.L.L.)
Esopo ci racconta di un tale che aveva comprato uno schiavo moro, e credendo che quel colore fosse venuto per accidente e per il cattivo trattamento del suo primo padrone, lo fece curare con parecchi bagni e beveraggi, con grande scrupolo; accadde che il moro non migliorò affatto il suo colore abbronzato, ma perse del tutto la sua primitiva salute.

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