31.8.11

Odio di classe (da Casa Rossa)



Banchieri
Il mio caro amico e compagno Aurelio Fabiani, animatore della spoletina “Casa Rossa”, mi ha mandato sotto il titolo Odio di classe una poesia dal Breviario tedesco di Brecht, del tempo dell’ascesa del nazismo, cui è aggiunto un commento sulla cosiddetta manovra del governo italiano firmata dall’associazione di cui è parte. M’è accaduto in passato, e più volte, di dissentire da Aurelio, le cui posizioni mi sono sembrate un po’ estremiste e settarie. Ma stavolta concordo pienamente e contribuisco a far circolare nella rete, per quel poco che posso, la poesia e il commento dei compagni spoletini. (S.L.L.)
Nel covo
Quelli che portano via la carne dalle tavole
insegnano ad accontentarsi.
Coloro ai quali il dono è destinato
esigono spirito di sacrificio.
I ben pasciuti parlano agli affamati
dei grandi tempi che verranno.
Quelli che portano all’abisso la nazione
affermano che governare è troppo difficile
per l’uomo qualsiasi.
Bertolt Brecht
Operai
Le modifiche alla manovra economica portano il segno inconfondibile dell’odio di classe. Con esse il governo non fa altro che allargare le profonde ferite inferte in questi mesi alle classi popolari. Si cancella il cosiddetto contributo di solidarietà a carico dei privati benestanti, dei ricchi e dei super ricchi e si scarica sui lavoratori un ulteriore pesante fardello. I lavoratori verranno privati dei benefici pensionistici acquisiti riscattando il servizio militare e gli anni di università.  Un furto vero e proprio verso chi è stato obbligato prima a svolgere il servizio militare (lavoro gratuito per lo stato), poi ha pagato per riscattarlo ai fini pensionistici, e verso chi, spesso con enormi sacrifici delle proprie famiglie, ha acquisito una laurea necessaria per lavorare.
Questo governo ruba a chi lavora per riempire le casse vuote dello stato, mentre a chi ruba allo stato esportando ingenti capitali all’estero, regala con lo scudo fiscale miliardi di euro.
Questo è odio di classe.
In queste ore c’è stata una intensa discussione tra lavoratori, molti dei quali saranno colpiti dai provvedimenti antipopolari; l’odio dei ricchi e del loro governo sta facendo montare una rabbia che a sua volta si trasformerà in odio contro coloro che, ricchi da fare schifo, parlano di sacrifici a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. La forbice tra ricchi e poveri dal dopoguerra non è stata mai così grande e i diritti sono calpestati. Il 6 settembre non può essere che l’inizio di un autunno caldo di lotte sociali.
Associazione Culturale CASA ROSSA

Lotte sociali

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