1.2.12

Borges come Robinson.

Su “la Repubblica” del 15 gennaio 2011 veniva pubblicato un breve scritto di Jorge Luis Borges, una sorta di risposta argomentata al gioco dei tre libri in un’isola deserta. Ne riprendo una parte. (S.L.L.)

Non è imprudente supporre che arriverà il giorno in cui qualche giornale divulgherà la seguente domanda: quali sono i tre libri che lei si porterebbe su un´isola deserta?, seguita da un´infinità di risposte più o meno ternarie. André Gide ha confessato di amare questo gioco e ha ripubblicato alcuni dei suoi cataloghi - eminenti cataloghi ragionati, dove non si trovano solamente i nomi, ma anche il perché di ogni predilezione... Io ho provato a fare quel gioco più di una volta, con caratteri di corpo diverso, e ho preso a tal punto l´abitudine a quelle triplici ripartizioni di gloria che in mancanza di un altro che mi inviti a farlo, mi ci invito da solo.
[…]
Parlare dei tre libri che uno si porterebbe su un´isola deserta, non significa parlare dei tre libri più importanti dell´universo e nemmeno dei tre libri più memorabili nell´esperienza personale. Né la storia generale della stirpe né la biografia dell´individuo sono in gioco. L´importanza del Corano è indiscutibile, ma l´inferno promesso nelle sue pagine è meno atroce di un´isoletta senz´altra biblioteca se non un esemplare del Corano. Il Martín Fierro è ammirevole, ma lo so quasi a memoria, e poi a che serve portarsi un volume già assimilato, già consustanziale con il mio spirito?
In questi cataloghi di tre libri per tutta la vita c´è l´usanza di includere qualche famoso romanzo o qualche libro di versi. Quelli che fanno così non si sono immaginati il terrore e la solitudine dei giorni uguali di Robinson. Per quel tragico uomo in isolamento nulla è pericoloso quanto il ricordo. Libri di passione, libri di rapporti umani, non otterrebbero altro che farlo disperare. Niente libri che implichino il rapporto uomo-uomini; unicamente libri che implichino il rapporto uomo-Dio, uomo-numeri, uomo-Universo. Niente libri che si lascino leggere facilmente e subito si esauriscano; unicamente libri che è necessario conquistare poco a poco e che possono popolare gli anni identici.
Propongo finalmente questa lista:
1) Un libro matematico (forse la Introduzione alla filosofia matematica di Bertrand Russell, o altrimenti qualche buon testo di algebra, con molti esercizi).
2) Un libro metafisico (forse Il mondo come volontà e rappresentazione di Arturo Schopenhauer).
3) Un libro di storia sufficientemente remota (forse Plutarco, forse Gibbon, forse Tacito).

Postilla
Il manoscritto borgesiano La biblioteca di Robinson Crusoe proviene dall´Harry Ransom Center, centro di ricerca per gli studi umanistici dell´Università del Texas, che colleziona diversi manoscritti originali di scrittori: da James Joyce ad Arthur Miller. La traduzione è di Luis E. Moriones con la collaborazione di Francesca Caruso.

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