30.12.12

Lasciarsi sorprendere. Occasioni e irriverenze di Umberto Eco (Roberto Gilodi)

Su un “alias” dell’anno scorso nella recensione di un volume di scritti occasionali di Umberto Eco (Costruire il nemico, Bompiani, 2011) trovo una convincente esposizione di alcuni tratti della fisionomia intellettuale del più grande “tuttologo” italiano vivente. La “posto”. (S.L.L.)
Umberto Eco da giovane
Eco ha, fra i suoi numerosi meriti, quello di avere dimostrato i limiti delle assiologie tradizionali, soprattutto quelle critico-letterarie. Ci ha dimostrato che il «minore» può essere, da certi punti di vista «il maggiore», e viceversa. I testi qui raccolti, a prescindere dal tema, rivelano una qualità specifica, per altro ben nota, del loro autore: la curiositas teorica, che Hans Blumenberg ascrive alla “Modernità delle origini” e che in Eco si manifesta come esercizio di irriverenza intellettuale. Da questa prospettiva l’occasione è un fattore costitutivo della sua ricerca, strettamente legato alla disponibilità a lasciarsi sorprendere, a provare il sentimento della meraviglia, lo stupore della scoperta – sia essa intellettuale, archivistica o storica.

“alias”, 22 ottobre 2011

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