Ho recuperato dal sito del Centro Studi Franco Fortini il brano che segue, un aneddoto sulla lady di ferro ripreso da un libro di memorie e utilizzato da Luca Lenzini come incipit di un breve saggio sul thatcherismo. Lo trovo, in sé, assai divertente. (S.L.L.)
Nel suo libro di memorie Hitch 22 (ed. it. Torino, Einaudi, 2012) Christopher Hitchens, nato nel ’49, racconta un episodio avvenuto alla metà degli anni ’70. Attivista di sinistra, marxista eterodosso e brillante esponente della gauche oxoniense, Hitch si trova alla Camera dei Lord dove viene presentato il libro di un Pari e dove sopraggiunge, da poco eletta leader del Partito Conservatore, Margaret Thatcher. «Mi sentivo refrattario alla signora Thatcher per molti aspetti, - scrive Hitchens - dal momento che con tutto il suo irrefrenabile sostegno al “libero mercato” sembrava essere una convinta alleata del regime colonialista bianco, autoritario e protezionista della Rhodesia.» (p. 224) Avviene così che proprio sul tema della Rhodesia si accende una discussione tra i due: Hitchens è convinto delle proprie ragioni, ma la futura Iron Lady «continuò a difendere il suo sbaglio con un’energia talmente implacabile che alla fine le diedi partita vinta e accennai anche un inchino per sottolineare la mia rinuncia.» E qui viene il bello, perché la Thatcher se ne esce a questo punto con una sorprendente richiesta: «No, - disse lei – si inchini di più!»; e quando l’interlocutore obbedisce, tuttavia essa ancora non si accontenta: «No, no […] Molto di più!». Questo il finale dell’incontro: “Aggirandomi fino ad arrivare alle mie spalle, scoprì le sue batterie e mi percosse sul fondoschiena con il giornale parlamentare che aveva arrotolato a forma di cilindro dietro di sé. Ripresi la posizione con una certa goffaggine. Mentre si allontanava, si volse per gettarmi un’occhiata sopra la spalla e fece un quasi impercettibile ancheggiamento mentre pronunciava le parole: «Birichino!»”.
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