6.3.13

Venezuela. Chavez contro Tom e Jerry (di Eduardo Galeano)

Hugo Chavez è morto. Non so se sia riuscito ad apprestare le risorse umane ed istituzionali per impedire una restaurazione della borghesia compradora filoimperialista, so da diverse testimonianze dirette ed attendibili che la sua lotta ha fatto crescere il popolo venezuelano in benessere e, prima ancora, in dignità. Per ricordarne la figura recupero qui un vecchio articolo dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano, da un "manifesto" del 2004, dopo una delle tante sconfitte della destra golpista venezuelana sul terreno elettorale e referendario. (S.L.L.)
Strano dittatore, questo Hugo Chavez. Masochista e suicida: ha messo in piedi una costituzione che consente al popolo di cacciarlo, e ha corso il rischio che questo succedesse in un referendum revocatorio che il Venezuela ha realizzato per la prima volta nella storia universale. Il castigo non c'è stato. E questa è stata l'ottava elezione che Chavez ha vinto in cinque anni, con una trasparenza che avrebbe voluto Bush per un giorno di festa.
Obbediente alla sua costituzione, Chavez ha accettato il referendum, promosso dall'opposizione, e ha messo la sua carica a disposizione della gente: «Decidete voi».
Finora i presidenti interrompevano il loro mandato solo per defunzione, golpe militare, rivolta popolare o decisione parlamentare. Il referendum ha inaugurato una forma inedita di democrazia diretta. Un evento straordinario.
Quanti presidenti, di qualsiasi paese del mondo, avrebbero il coraggio di farlo?
E quanti continuerebbero a essere presidenti dopo averlo fatto?
Questo tiranno inventato dai grandi mezzi di comunicazione, questo temibile demonio, ha finito per dare una tremenda iniezione di vitamine alla democrazia, che in America latina, e non solo in America latina, appare malaticcia e bisognosa di energia.
Un mese prima, Carlos Andres Perez, un angelo del Signore, un democratico adorato dai grandi mezzi di comunicazione, aveva annunciato ai quattro venti un colpo di stato. Forte e chiaro aveva affermato che «la via violenta» era l'unica possibile in Venezuela, e aveva tolto importanza al referendum «perché non è parte dell'idiosincrasia latino-americana». L'idiosincrasia latino-americana, ossia, la nostra preziosa eredità: il popolo sordomuto.
Fino a pochi anni fa, i venezuelani se ne andavano in spiaggia quando c'erano elezioni. Il voto non era, né è, obbligatorio. Però il paese è passato dall'apatia totale all'entusiasmo totale.

"il manifesto", 22 agosto 2004

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