25.11.13

Libera a Trevi (S.L.L.)

Eravamo in dieci, sabato, a Trevi per il Don Chisciotte messo in scena dal nostro amico Claudio Carini in quel gioiellino ch’è il Teatro Clitumno, uno dei piccoli teatri di paese riportati in vita nei tempi d’oro della Regione.
Eravamo in gran parte compagni e amici impegnati in Libera Umbria.
In pizzeria, prima dello spettacolo, ad alcuni di noi han portato il caffè, con la bustina di zucchero. Io, che lo preferisco amaro, osservo la bustina in questione e vi leggo stampato Chiccomafie. Che diavolo c’entra la mafia?
Poiché i miei problemi all’occhio destro non cessano e l’illuminazione è così così, mostro l’oggetto a Walter – senza nulla dire - perché esamini la scritta. Non si limita a riflettere in silenzio, parla alto e forte: “Cha cavolo c’entrano le mafie?”.
Carlo gli toglie la bustina di mano, si aggiusta gli occhiali, legge e proclama: “Voi di Libera vedete mafie dappertutto. Non mi meraviglio di Salvatore, ch’è cecato, ma tu dovresti aver vista a sufficienza”.

Walter riprende in mano la bustina e la riesamina: “Sono i caratteri tipografici che confondono la gente”.  

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