22.6.14

Oi dolce mio marito... Una poesia di Rustico di Filippo (Firenze 1235-1300 ca.)

Oi dolce mio marito Aldobrandino,
rimanda ormai il farso suo a Pilletto,
ch’egli è tanto cortese fante e fino
che creder non déi ciò che te n’è detto.

E no star tra la gente a capo chino,
ché non se’ bozza, e fòtine disdetto;
ma sì come amorevole vicino
co noi venne a dormir nel nostro letto.

Rimanda il farso ormai, più no il tenere,
ch’e’ mai non ci verrà oltre tua voglia,
poi che n’ha conosciuto il tuo volere.

Nel nostro letto già mai non si spoglia.
Tu non dovéi gridare, anzi tacere:
ch’a me non fece cosa ond’io mi doglia.

In Alfredo Giuliani - Antologia della poesia italiana, vol.I, Feltrinelli 1975

Postilla
Il farso è il padre del farsetto, una sorta di camicia che - ovviamente - si toglieva andando a letto. Bozza vuol dire becco e il disdetto è una forte negazione.   


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