10.7.14

Pio XII e le conversioni forzate dei bambini ebrei (Bruno Gravagnuolo)

Recupero questo articolo, giustamente polemico contro un papa che si vuol beatificare, oggi che arrivano notizie orribili da Gaza, ove lo Stato di Israele ha scatenato contro una popolazione in gran parte inerme una violenza omicida senza pari. Mi chiedo con angoscia: non sarà che alcuni di quei bambini ebrei che probabilmente Roncalli sottrasse alle conversioni forzate oltre che al genocidio nazista, oggi, tra i settanta e gli ottant'anni, da generali dell'esercito sono tra quelli che ordinano e organizzano il massacro? (S.L.L.)
Il papa cattolico Pio XII (Eugenio Pacelli) dopo il bombardamento di Roma (1943) allarga le braccia
La cosa più triste in tutta questa storia di bimbi ebrei da non restituire alle famiglie, sono forse le dichiarazioni al “Corriere della Sera” di Peter Gumpel, postulatore della causa di beatificazione di Pacelli:«Ammesso che sia autentico quel documento non inficia affatto la santità di Pio XII». E ciò perché per Gumpel un bambino battezzato, secondo il diritto canonico dell'epoca, era ormai considerato «membro effettivo della Chiesa», il che lo poneva sotto la giurisdizione ecclesiastica. Norma che non derivava da Pio XII e che egli si limitò «solo» ad applicare. Giudizio un po' «farisaico» e in fondo negatore del Vangelo, che faceva dire a Gesù che la legge è fatta per l'uomo e non viceversa. E proprio in nome della carità e dell'amore.
Ma andiamo con ordine. Di che documento e di che avvenimenti si tratta? La vicenda è stata rivelata ieri l'altro sul Corsera da un articolo dello storico Alberto Melloni, che segnalava con largo anticipo l'uscita a fine 2005 del secondo tomo del quinto volume di un'opera preziosa, di cui è già uscito il primo tomo: Anni di Francia. Agende del Nunzio Roncalli 1945-1948, a cura di uno dei massimi storici francesi, Etienne Fouil-loux (Istituto per le scienze religiose di Bologna, www. fscire.it). Nel tomo del 2005, relativo al periodo 1949-53, verrà incluso un documento chiave del 1946 (scoperto in ritardo), che dà origine a tutta la querelle: le istruzioni del Sant'Uffizio romano al Nunzio apostolico a Parigi Roncalli. Concernenti la restituzione alle famiglie dei bambini ebrei, messi in salvo durante l'occupazione nazista in Francia. Ebbene quelle istruzioni al futuro Giovanni XXIII del 20-10-1946 parlano chiaro: i bambini ebrei battezzati «non potranno essere affidati a istituzioni che non ne sappiano assicurare l'educazione cristiana». Non solo: anche i bambini non battezzati non potevano essere affidati a persone che «non hanno alcun diritto su di loro», a meno
che - si legge - «Non siano in grado di disporre di sé». Il tutto era condito dall'invito a far muro di gomma dinanzi a richieste inoltrate dalle comunità ebraiche o dalle famiglie. Con la formula: «La Chiesa deve fare le sue indagini e studiare ogni caso particolare». E il documento inviato a Roncalli si chiude inequivocamente così: «Si noti che questa decisione della Congregazione del Sant'Uffizio è stata approvata dal Santo Padre». Conclusione. La Chiesa cattolica di Papa Pacelli - che senza denunciare apertamente il nazismo in azione durante la guerra, aveva altresì contribuito a salvare centinaia di migliaia di ebrei nei paesi occupati - si riservava il diritto di includere nei suoi ranghi gli orfani ebrei e i bambini ad essa affidati. Confermando così la tradizione dei battesimi e delle conversioni forzate che congiungeva in linea ideale la pratica dei sovrani ispanici di Aragona e Castiglia al celebre episodio del «caso Mortara», bambino sottratto ai genitori e convertito per volere di Pio IX nel 1858. Altro elemento grave - rilevato da Amos Luzzatto presidente delle Comunità ebraiche - era il fatto che nel 1946, nella Francia del dopo-Vichy, erano già note la realtà e le proporzioni della Shoah. Il che non valse a indurre in Pio XII un atteggiamento di maggior comprensione verso il mondo ebraico, che premeva sul Nunzio Roncalli affinché la Chiesa restituisse i bambini e ponesse fine ad ogni atteggiamento antigiudaico. Non è dato sapere con precisione se Angelo Roncalli abbia dato seguito alle «istruzioni» di Pio XII. Ma è presumibile che non vi abbia aderito, benché non vi siano traccia d'archivio a riguardo. Roncalli - chiamato dallo stesso Pio XII a Parigi per reinserire la Chiesa nello scenario diplomatico dopo i compromessi con Vichy - si era già distinto con grande energia e autonomia nel mettere in salvo gli ebrei in viaggio verso la Palestina, al tempo del suo ruolo diplomatico a Istambul.
Inoltre, come raccontano i volumi a cura di Fouilloux, il futuro Papa era in amichevoli contatti con il rabbino Herzog e con Jules Isaac, che sollecitavano la riconsegna dei bambini, e l'abbandono dell'antigiudaismo da parte cattolica. Tramite i famosi Punti di Seelisberg. Ignorati ostentamente da PioXII nel 1955, e accolti invece da Roncalli nel 1960 al tempo del Concilio Vaticano II che pose fine a ogni forma di antisemitismo nella liturgia. Certo, sarebbe ingiusto accusare Pio XII di antisemitismo. Egli era fermamente avverso al paganesimo nazista e concertò tra l'altro assieme a Roncalli la salvezza degli ebrei a Istambul. E tuttavia diplomatismo e un certo grado di antigiudaismo furono innegabili nella sua personalità. Perché non fece pubblicare l'enciclica antinazista scomparsa, scritta in mortem da PioXI?
Restano perciò confermati gli interrogativi sulle ambivalenze di un Papa prossimo alla beatificazione, e che solo l'ancora differita apertura degli archivi vaticani aiuterà a chiarire. Né valgono gli argomenti a discolpa di Padre Gumpel e Vittorio Messori sul Corriere di ieri, volti a richiamare l'obbedienza alla legge di Pio XII e i misteri dogmatici della fede, in una con i dubbi sull'autenticità del documento. Speciosi argomenti teologici. E filologicamente irrilevanti. Il documento proviene infatti dagli Archivi della Chiesa di Francia, anche se stava nelle carte di Roncalli. Difficile dubitare della sua autenticità, vista la serietà dello storico che lo ha scoperto e che lo pubblica.


L'Unità, ritaglio senza data, probabilmente 2005

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