12.10.14

Genova 1970. Da una scheda del Comando Provinciale Vigili del Fuoco

Genova 1970. Dopo l'alluvione.
Per il 7 ottobre era previsto l'arrivo di una perturbazione che tutti in città aspettavano con ansia e trepidazione. La pioggia si fece attendere fino all'ora di cena per poi scatenarsi con furia davvero distruttiva. In poche ore si abbatté sul capoluogo ligure un quantitativo d'acqua elevatissimo, pari quasi alla misura media di precipitazione annua. (...)
Già dopo le prime ore di pioggia arrivarono le prima angosciate grida d'allarme: la piena dei fiumi Leira, Polcevera, Bisagno, Voltri e altri, a carattere torrentizio, furono la causa del disastro; le acque tracimarono, esondarono praticamente ovunque, abbatterono gli argini, si riversarono per le strade trascinando nella loro folle corsa qualunque ostacolo trovassero sul loro percorso; le linee ferroviarie e molte strade furono interrotte in più punti a causa delle numerose frane, rendendo così ancora più difficoltosi i soccorsi. (...) Alla fine di tutto Genova ebbe 44 vittime, più di 2.000 sfollati e la certezza di dipendere più dai capricci del cielo che dall'azione degli uomini. (...)

Come in passato, e come sempre in futuro, accanto ai ragazzi di Genova i Vigili del Fuoco, instancabili angeli del soccorso che sotto il diluvio o in mezzo al fango correvano là dove si alzava un grido di aiuto, affrontavano le avversità per cercar di ripristinare le normali condizioni di vita o accorrevano lì dove, semplicemente, si cercava una parola di conforto.

Dalla rubrica Vuoti di Memoria (a cura di Alberto Piccinini) dopo un'altra alluvione.
"il manifesto", 5 novembre 2011

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