26.3.15

Il CREDO del Capitale (Paul Lafargue)

A gennaio, per “Il Ponte Editore”, è uscito il primo volume della collana “Classici”. Il libro raccoglie per la cura di Lanfranco Binni due operette di Paul Lafargue, Il diritto all'ozio e La religione del Capitale. L'autore è noto soprattutto come genero di Karl Marx, ma fu figura notevole, in proprio, del movimento socialista dell'ultimo Ottocento. Nel secondo dei due pamphlet, la lettura dei quali vivamente consiglio, c'è – a mo' di appendice, una sorta di parodia delle principali preghiere cristiane. Questo Credo oltre che pungente mi pare attualissimo. (S.L.L.)  
Credo nel Capitale che governa la materia e lo spirito;

Credo nel Profitto, suo figlio assolutamente legittimo, e nel Credito, lo Spirito Santo che procede da lui, insieme a lui adorato;

Credo nell'Oro e nell'Argento che, torturati nella Zecca, fusi nel crogiolo e coniati al bilanciere, ricompaiono nel mondo come Moneta legale e, ritenuti troppo pesanti, dopo aver circolato per tutta la terra, scendono nei sotterranei della Banca per resuscitare in forma di Carta-moneta;

Credo nella Rendita del cinque per cento, ma anche del quattro e del tre per cento, e all'autentica Quotazione dei valori;

Credo nel Grande Libro del Debito pubblico, che garantisce il Capitale dai rischi del commercio, dell'industria e dell'usura;

Credo nella Proprietà privata, frutto del lavoro altrui, e nella sua durata fino alla fine dei secoli;

Credo nella necessità della Miseria, che fornisce salariati ed è la madre del superlavoro;

Credo nell'Eternità del Salariato che libera il lavoratore dalle preoccupazioni della proprietà;

Credo nel Prolungamento della giornata di lavoro e nella Riduzione dei salari, e anche nella Falsificazione dei prodotti;

Credo nel dogma sacro «COMPRARE A BASSO PREZZO E VENDERE CARO», e credo ugualmente nei principi eterni della nostra santissima Chiesa, l'Economia politica ufficiale.


Amen.

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