L'indio, informato che
quella era la Settimana dell'Indio, aspettava nella sua capanna la
visita di coloro che certamente sarebbero venuti a salutarlo e a
portargli in regalo qualcosa di utile.
Chi si presentò invece
fu un uomo con delle carte in mano, che lo invitò a traslocare
rapidamente, perché quella terra era stata acquistata da una impresa
di riforestazione, con tutte le carte in regola.
L'indio obiettò che su
quella terra era vissuto suo padre, il padre di suo padre e tutti i
suoi antenati, insieme con la tribù. E che lui non sapeva proprio
dove andare.
L'uomo gli suggerì di
andare a lavorare alla costruzione del metrò di Rio de Janeiro, la
cui impresa non faceva discriminazioni nei confronti degli indi.
Questa era la soluzione per il breve periodo. Per il lungo periodo si
stava pensando di creare la riserva indigena urbana di Jacarepagua -
l'Indiamares - finanziata dall'Istituto Nazionale delle Abitazioni e
controllata dall'Ente per il Turismo di Rio. Gli indi, presentandosi
in qualche show, come lavoratori autonomi, avrebbero avuto diritto a
mutua, ferie e pensione. Ma lì no. Quella terra aveva un legittimo
padrone. Fine.
Da Contos
plausiveis,1981
Traduzione di Stefano Moretti in Racconti plausibili, “Linea d'ombra” n.21, novembre 1987
Traduzione di Stefano Moretti in Racconti plausibili, “Linea d'ombra” n.21, novembre 1987
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