28.5.15

Meditando sull'inferno. Una poesia di Bertolt Brecht

Meditando, mi dicono, sull’inferno
il fratel mio Shelley trovò ch’era un luogo
pressappoco simile alla città di Londra. Io
che non vivo a Londra, ma a Los Angeles,
trovo, meditando sull’inferno, che deve
ancor più assomigliare a Los Angeles.
Anche all’inferno
ci sono, non ne dubito, questi giardini lussureggianti
con fiori grandi come alberi, che però appassiscono
senza indugio se non si innaffiano con acqua carissima. E mercati
con carrettate di frutta, che però
non ha odore né sapore. E interminabili file di auto
più leggere della loro ombra, più veloci
di stolti pensieri, veicoli luccicanti in cui
gente rosea, che non viene da nessuna parte, non va da nessuna parte.
E case, costruite per uomini felici, quindi vuote
anche se abitate.
Anche all’inferno le case non sono tutte brutte.
Ma la paura di essere gettati per strada
divora gli abitanti delle ville non meno
di quelli delle baracche.



Traduzione di Cesare Cases – da Brecht in America. Sei poesie inedite in “Quaderni Piacentini”, n.25, dicembre 1965  

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