3.6.15

Il mestiere della politica (S.L.L.)

Nel partito leninista, concepito per funzionare in una condizione di illegalità o di semilegalità, era inevitabile che la direzione facesse capo ai "rivoluzionari di professione" che connettono e attivizzano le reti semiclandestine. Ma in condizioni di legalità democratica perché mai la guida di un partito classista e socialista dovrebbe far capo a politici di mestiere? Perché segretario di un partito non dovrebbe poter essere una operaia specializzata che continua a fare l'operaia specializzata, un medico che continua a fare il medico, una attrice o un calzolaio che continuano nella loro attività? Perché non affidarsi nella definizione di linee e programmi a una collettiva raccolta e selezione di dati, a una collettiva intelligenza ed elaborazione, che valorizzi competenze e specialismi? So bene che la funzione governativa o legislativa richiedono un impegno a tempo pieno. Ma perché non pensare che l'essere deputato o ministro possano essere attività circoscritte a un periodo limitato della vita? Perché non pensare a deputati e ministri che rendano conto a un partito composto da cittadini impegnati in attività produttive? Una politica di mestiere produce inevitabilmente separazioni, interessi di gruppo, determina prima o poi l'attribuzione di privilegi da casta.

Stato di fb, 2 giugno 2015

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