27.7.15

1942. Una perquisizione politica in casa di Luigi Russo

Luigi Russo, in una cartolina del 6 novembre 1942 diretta al suo allievo Walter Binni, commentando una imprecisata disavventura del comune amico Aldo Capitini, che era stato arrestato e rilasciato a Firenze nel gennaio, parla di una “grossa noia, analoga” che egli stesso aveva avuto “chiusasi felicemente nel giro di tre ore e mezza”. Per Lanfranco Binni e Raffaele Ruggiero che hanno curato la pubblicazione del Carteggio Luigi Russo – Walter Binni (Edizioni della Normale, 2014) potrebbe riferirsi alla perquisizione della sua casa il 14 aprile di quell'anno, sulla quale scrive nello stesso giorno in una lettera indirizzata ad Adolfo Omodeo e tuttora inedita (il carteggio Russo-Amodeo è in preparazione).
Binni e Ruggiero ne pubblicano in nota il frammento che qui riporto, dimostrativo delle qualità di scrittore del grande italianista di Delia, maestro anche di ironia. (S.L.L.)
Luigi Russo in una foto del 1941
Io penso che questa perquisizione abbia avuto uno scopo esplorativo. Poiché mi dicono che ci sono stati degli arresti a Bari, devono aver voluto indagare su me direttore degli Scrittori d'Italia. Tutto sommato, io sono stato contento di questa esplorazione che ha sventato qualsiasi possibile diceria sul mio conto. Oggi le dicerie sono un po' su tutti. Il contegno del commissario e degli agenti è stato sempre gentilissimo, e direi, perfino, amabile. La mia tranquillità deve averli persuasi che si trovavano di fronte a un uomo, che non aveva da nascondere nulla. Hanno rovistato anche il mio portafoglio, e vi hanno trovato trenta lire, dei biglietti da visita, e l'abbonamento ferroviario. Poi hanno finito con l'ammirare la mia biblioteca. Hanno esplorato le camere delle figliuole, e io speravo che venisse fuori qualche lettera d'amore. Nemmeno quelle! La camera di Lallo (il nome familiare di Carlo Ferdinando, n.d.r.) e lì son saltati fuori fogli e fogliacci del filologo classico novizio. "Ma come? Scrive anche il suo figliolo?". "In questa casa scriviamo tutti!". Venne fuori una lettera di Alda (Croce, n.d.r.), e stupirono nel sentire chi era. "Scrive anche questa signorina?". "Anche questa signorina! E' un'assai valente ispanista e ha pubblicato un bel volume sul teatro dell'Ottocento!". Ti racconto questi particolari perché tu ti renda conto come tutto è finito in nulla.

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