27.7.15

La poesia del lunedì. Hsu Chi Mo (1897 - 1931)

Nuovo addio a Cambridge
Sottovoce, me ne vado via così come sono venuto.
Sottovoce agito la mano
che dice addio alle nubi dell’Ovest.

Lungo le sponde del fiume i salici d’oro sono giovani spose nel tramonto.
Le loro figure, delicate nell’onda luminosa,
si cullano anche sul mio cuore.
Le lemne che crescono nel limo
oscillano tutte verdi nell’acqua.

Come vorrei in queste molli onde del Cam
essere un’erba acquatica.
Sotto le foglie degli olmi lo stagno
non è pura sorgente; l’arcobaleno
si frantuma fra le alghe
e vi depone un sogno variopinto.
Andare alla ricerca di quel sogno? Con un lungo ramo
remo verso la più verde delle erbe.
E ben presto la mia barra si carica di luci di stelle
su cui ho voglia di cantare a piena voce.

Ma non posso cantare a voce spiegata;
sottovoce, ecco i flauti dell'addio.
Anche gli insetti dell'estate tacciono per me,
silenzioso è il Cambridge di questa sera.
Sottovoce me ne vado via,
cosi come sono venuto.
e scuoto le mie maniche
per non portarmi via neanche una nuvola.

Postilla
Riprendo la poesia da “l'Unità”, 16 luglio 1957, che – come anteprima – pubblicò alcuni testi dalla Antologia della poesia cinese dalle origini ai nostri giorni, a cura di Patricia Guillermaz (edizioni Seghers). Il poeta Hsu Chi Mo (la grafia oggi prevalente è Xu Zhimo) soggiornò per un paio di anni negli Stati Uniti, che alla fine trovò “insopportabili”, e subito dopo, nel 1921-22, studiò nel Collegio Reale di Cambridge, ove si appassionò alla lirica romantica inglese. (S.L.L.)

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