1.7.15

Coalizione sociale. Ritorno alle origini (“micropolis”)

Maurizio Landini e la Fiom hanno proposto la costituzione di una coalizione sociale ovvero di una rete di associazioni che si opponga al governo Renzi e alle sue politiche, all’austerità dell’Unione europea, agli effetti perversi della crisi e che ricomponga il mondo del lavoro: da quello dipendente a quello autonomo e precario. Dalla coalizione sono escluse le forze politiche che oggi si collocano a sinistra del Pd, individuate come una sorta di zavorra: piccole, autoreferenziali, ininfluenti, rissose. Il nuovo aggregato non si propone di presentarsi alle elezioni, ma di agire come collante nella società, unendo quello che la crisi ed i governi dell’ultimo quinquennio hanno diviso. Il 28 marzo a Roma ci sarà il primo appuntamento in piazza che avvierà un percorso - speriamo - fruttuoso. Le reazioni all'iniziativa di Landini sono state o di rassegnata adesione (Sel e Prc) o di stizzito e impaurito dissenso (sinistra Pd e Cgil) o di sufficienza (Renzi e i suoi). E tuttavia con la coalizione, specie se prenderà corpo, tutti dovranno fare i conti.
E’, peraltro, forse, l’unico modo per ricostruire una sinistra decente. Lo abbiamo scritto più volte: se non si coniugano esperienze sociali, momenti di conflitto, luoghi di riflessione culturale è difficile pensare di ricostruire un tessuto capace di opporsi alle ideologie e alle politiche dominanti. L’ultimo ventennio ha prodotto un deserto in cui campeggiano macerie che è bene sgombrare. Non ci sono scorciatoie, è necessario un lavoro lungo e paziente. Insomma non siamo più alle esperienze del Novecento, siamo tornati agli albori del movimento operaio. Se qualcosa nascerà sarà il frutto di pratiche politico-sociali e di forme di sperimentazione culturale. Contano assai più momenti di opposizione in fabbrica, battaglie per i beni comuni, la costruzione di luoghi di democrazia economica, una rete diffusa di giornali, riviste e circoli culturali che la partecipazione ad appuntamenti elettorali, semmai in coalizione con il Pd.
Non si tratta di un’esperienza nuova. A metà del XIX secolo si dissolse il primo movimento politico operaio di massa della Gran Bretagna, quello cartista. Per attendere la costituzione di un partito operaio autonomo si dovette attendere l'inizio del Novecento ed esso sorse da un mix di organizzazioni sindacali, forme di democrazia cooperativa, gruppi intellettuali. E’ un po’ la storia di tutti i partiti socialisti europei, compreso quello italiano, ed è questa la strada che siamo costretti a percorrere. Speriamo solo che sia più rapida che in passato.


“micropolis”, 27 marzo 2015

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