18.8.15

Ferragosto (S.L.L. - stato di fb)

1975 - Ferragosto a Torino
Se ben mi rammento, il grande Ottaviano, diventato Augusto, stabilì per il meste di Sestile alcuni giorni di festa e di sospensione delle attività produttive e degli affari pubblici per dare ai cittadini il modo di prendere riposo e cercare protezione dall'afa, dopo le grandi fatiche legate alla raccolta e alla commercializzazione dei cereali e di altri prodotti dell'agricoltura.
Le chiamarono "Feriae Augusti", Ferragosto, e la cosa ebbe un così grande successo che l'intero mese cambiò nome e si chiama tuttora Agosto, per il valore positivo che si riconobbe, anche dopo la morte dell'imperatore, all'istituzione di quelle giornate festive, che ben presto assunsero il valore di "vacanza", perché obiettivo di ognuno era il "vacare", cioè "essere liberi da" occupazioni e preoccupazioni ("negotiis" e, soprattutto, "curis").
Questa usanza felice, con trasformazioni, parentesi, adeguamenti, è arrivata fino ai nostri giorni: La Chiesa medievale decise di collocare nel mese di agosto molte feste locali, quasi sempre dedicate alla Madonna, che celebravano il raccolto cerealicolo e leguminoso (in attesa della vendemmia e della raccolta delle olive) e incoraggiavano riposo fisico e mentale. Il dogma dell'Assunzione in cielo della Madonna e la festa dell'Assunta che vi è collegata, universalizzarono la festa d'agosto.
Agosto fu per secoli il mese in cui molte famiglie nobili e borghesi lasciavano le residenze cittadine e si spostavano nelle ville di campagna appunto per la villeggiatura. E villeggiatura si chiamò nell'Ottocento e nel Novecento il soggiorno in località marine o montane di gruppi umani sempre più numerosi fino agli esodi di massa del secondo Novecento. Il periodo scelto per questi riti collettivi quasi sempre includeva il Ferragosto. Per Ferragosto nei paesi europei (ma non solo) chiudevano le fabbriche e molti negozi e c'era una sospensione quasi generalizzata delle attività giudiziarie, politiche ed amministrative.
Nell'Italia degli anni Settanta del Novecento, che gli storici raccontano come iperpoliticizzata, l'unico politico ufficialmente in servizio a Ferragosto era il Ministro degli Interni, che doveva garantire la generale tranquillità, mentre tutti stavano in vacanza. Pannella, che, con i suoi radicali, si sentiva discriminato dalla grande comunicazione televisiva e giornalistica, proprio per il Ferragosto s'inventava qualche iniziativa per riuscire a passare il blocco e ci riusciva con successo, vista la difficoltà dei tg a trovare in quei giorni altre notizie di politica. Feltrinelli, che aveva una grande paura (non del tutto infondata) di un colpo di stato militar-fascista, nel 1969 aveva diffuso un suo opuscolo in cui si dichiarava certo che i golpisti sarebbero entrati in azione a Ferragosto, approfittando della generalizzata distrazione. La tradizione del Ferragosto come periodo di tregua e di tranquillità, anche politica, era confermata da queste sparute eccezioni alla regola della vacanza.
Ora, tra neoliberismo e crisi, moltissimo è cambiato: vacanze scaglionate (per chi le può fare), supermercati aperti, città piene o quasi. Anche se il Parlamento e le altre assemblee elettive chiudono, tanti sindaci, assessori, governatori, ministri vanno in giro qua e là a fare questo e quell'altro per occupare gli spazi in tv e nella rete. Nessuno che se ne stia in pace e ci lasci in pace a goderci, se non altro, un po' di vacanza mentale.
Onnipresente poi nel tg è il presidente del Consiglio che ci ossessiona con le dichiarazioni, le battute, i twitt. E a noi viene una grande nostalgia di quei bei telegiornali che si aprivano con l'immagine delle città deserte e delle spiagge affollate.

Stato di fb, 15 agosto 2015

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