12.3.16

Aprile 2004. Pietro Ingrao ricorda Alfio Caponi

Alfio Caponi
Ho incontrato Alfio Caponi negli anni - per me fecondi e fortunati - in cui iniziai a conoscere e frequentare le organizzazioni di classe, e a vivere i problemi e le lotte della regione umbra. E con Alfio Caponi ebbi un lungo sodalizio, un felice scambio di esperienze umane e sociali.
Ne nacque un’amicizia che non si è interrotta più, anche quando l’età avanzata e le vicende della vita ci hanno separato.
Alfio era - lasciatemi usare questa parola - un “rosso”: un difensore tenace della sorte e del domani degli umili, delle speranze di riscossa degli sfruttati, degli oppressi dal giogo e dalla violenza padronale. Sentiva come una missione la lotta di classe, portando nel suo cuore e nella sua mente un anelito alla giustizia, una speranza mai spenta nella liberazione dei lavoratori. E questi sentimenti lo spingevano tenacemente all’impegno sociale. Quante lotte, ricerche, dibattiti fra compagni ho vissuto con lui! Sempre imparando dal suo coraggio e persino dalla sua testardaggine.
È in fratellanza e amicizia con lui che ho appreso a conoscere la vostra regione, l’Umbria, questo sito che non dimenticherò mai: la bellezza delle sue città e delle sue campagne, il coraggio dei suoi figli, le sue ardenti passioni civili.
Alfio, nel suo cammino, sapeva unire, in modo raro, lo slancio generale della ricerca politica e la concretezza del fare, l’azione semplice, pratica a tutela degli sfruttati, era persino testardo nelle sue convinzioni; e questo animava la passionalità e l’irrequietezza che facevano il suo temperamento, l’agire semplice e concreto che segnavano il suo volto di combattente. Non arretrava mai dalle difficoltà, né dal confronto. Porgo il mio saluto reverente alla sua salma, in un’ora difficile, in cui amaramente vediamo tornare sul globo la guerra di aggressione, e questo nostro mondo vive ore amare. Mi auguro di tutto cuore che la generosa terra umbra voglia tener vivo il ricordo di questo combattente che scompare e gli ideali di emancipazione per cui egli ha lottato, ora che tanti valori nel mondo sembrano in forse.

Addio, compagno che te ne vai. Riposa in pace. A te il mio ricordo e il mio abbraccio.

"micropolis", aprile 2004

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