19.7.16

Cinquant'anni fa. La Lollo e Virna Lisi davanti ai giudici (Andrea Barberi)

Gina Lollobrigida nel film "Le Bambole"
Dal nostro inviato
VITERBO, 18 luglio 1966
Quattro attori, Gina Lollobrigida, Virna Lisi, Jean Sorel, Nino Manfredi; due registi, Dino Risi e Mauro Bolognini: un produttore Echt Lucari. Sono il più fotogenico cast di imputati che un processo abbia mai visto. Saranno tutti (o almeno dovrebbero essere, ma la presenza non è stata assicurata da nessuno) nell'aula del Tribunale di Viterbo, da domani mattina, per rispondere di pubblicazione oscena. 1 primi quattro come interpreti del film Le bambole, due come registi dello stesso film, l'ultimo come finanziatore.
Il processo è davvero inedito: è la prima volta, infatti, che degli attori vengono chiamati a rispondere penalmente per le scene girate. Per questo motivo vi è una grande attesa. La sentenza non riguarderà solo la Lollo e i tre colleghi imputati, ma in fondo tutti gli attori, perché qualunque interprete potrebbe fare la fine dei protagonisti delle Bambole, nel caso che la responsabilità penale di questi ultimi fosse affermata dal Tribunale.
È stata la procura della Repubblica di Viterbo a volere che il processo alle « Bambole » si svolgesse in questa città. La pellicola cominciò ad essere proiettata su tutti gli schermi italiani e nessuno ebbe nulla da ridire. Qualche scena venne giudicata un po’ audace, qualche altra forse di cattivo gusto. Ma nessun pubblico ministero pensò di aprire un'azione penale. L'iniziativa fu invece presa dalla procura della Repubblica viterbese. II procuratore della Repubblica del centro laziale aprì l’azione penale, incriminando non solo i registi (il film era a episodi) ma anche gli attori.
All'epoca dell'istruttoria, terminata qualche mese fa, si disse addirittura che il magistrato aveva deciso di mettere sotto processo gli attori non solo per la pubblicazione oscena realizzata al momento della proiezione del film nei cinematografi, ma anche per il fatto stesso di aver girato le scene «in costumi e atteggiainenti spinti davanti agli altri componenti della troupe», agli operatori, ai registi.
Oltre che perché vi sono quattro attori al banco degli imputati, il processo che si inizia domani ci sembra di notevole interesse perché rilancia un problema di carattere generale: la responsabilità di registi, produttori, distributori o interpreti per pellicole che hanno ottenuto il visto preventivo della censura.
Nino Manfredi e Virna Lisi nel film "Le babole
Siamo contro la censura, ma questa esiste: serve a bloccare i film, ma non costituisce una garanzia. Cioè: il film Le bambole è stato visionato e approvato. Una speciale commissione, della quale è a capo un alto magistrato. ha escluso che la pellicola fosse immorale. È giusto che ora attori e registi debbano passare i guai che stanno passando (perché non tutto si risolve in pubblicità gratuita) dopo aver ottenuto il benestare della censura? I membri della commissione che ha dato il visto alle Bambole non sono responsabili, ammesso che il film sia immorale, almeno quanto gli attuali imputati? Perché se non è cosi significa: la commissione di censura non è tenuta a riconoscere quando un film è condannabile, mentre gli attori sì: devono sapere — altrimenti vengono condannati — quando il film tocca il codice penale e quando non lo tocca.
Come si vede, il processo alle Bambole sfiora un’infinità di problemi che vanno oltre la Lollo e Virna Lisi. Comunque comprendiamo che al lettore interessano forse di più i personaggi. La Lollo, appunto, e gli altri. Vorranno o non verranno al processo? Vorrebbero saperlo tutti, ma nessuno sembra in grado di rispondere. I fotografi, tanto per non sbagliare, stanno già arrivando in massa. Quando Gina fu interrogata in istruttoria c'erano centinaia di «paparazzi». Virna Lisi, invece, si presentò quasi di nascosto e riusci a evitare il fuoco dei «flash». Ma questa volta, se verrà, come si spera, non si salverà.


l'Unità 19 luglio 1966

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