Nella rubrica La posta
di Carlo Fruttero su
“Tuttolibri”, apparve questo pubblico scambio di missive, che è
anche – nella parte curata da Fruttero – una testimonianza
interessante sulla figura di Giorgio Manganelli. (S.L.L.)
Gentile Fruttero,
«un italiano libero è
un italiano che l'ha fatta franca». Questa massima un po'
estremistica non è farina del mio sacco, me la riferisce un amico
che però non ricorda dove l'autore (Giorgio Manganelli) l'abbia
scritta, io di Manganelli sapevo che è una figura importante della
nostra letteratura e ho anche provato a leggere un paio di suoi
romanzi, trovandoli troppo difficili per me. Ma ignoravo che fosse
anche uno scrittore, per cosi dire, «di costume», come sembra
indicare la battuta di cui sopra. Può darmi lei qualche notizia? Con
stima.
Giovanni Durci
Ancona
Gentile signor Durci,
Manganelli, che
incontravo qualche volta a Torino e Milano, era un personaggio
leggendario per le sue mille fisime e stranezze. Timidissimo,
riservatissimo, molto amato dagli amici, scrisse libri senza dubbio
«difficili» ma di una sapienza e raffinatezza stilistiche
ineguagliabili. Per molti è il massimo prosatore italiano del secolo
scorso. E tuttavia, sorprendentemente, fu anche scrittore «di
costume» appunto, un sarcastico fustigatore del Bel Paese, nella
linea di Longanesi, Montanelli, Fortebraccio, Flaiano e del nostro
Gramellini. Collaborò a varie riviste e quotidiani, tra i quali
anche questo, con brevi corsivi di iperbolica ferocia a commento di
fatti e fatterelli quotidiani. Di lì certo viene quella massima da
lei citata, anche se non saprei dirle la fonte esatta. Forse la
troverà in un libretto di Manganelli appena uscito, Mammifero
italiano (Adelphi, a cura di Marco Belpoliti) che raccoglie
parecchie di quelle paginette scorticanti e divertentissime sui più
diversi temi: le tasse, il latino, la Patria, la famiglia, il sedere,
il calcio, la Chiesa, il divorzio ecc. Le garantisco che non troverà
niente di «difficile», il Manganelli giornalistico mette le sue
doti d'acrobata a servizio pieno del lettore in teatro e le sue
«trovate» non hanno mai nulla di compiaciuto. Sono invenzioni
paradossali di suprema qualità comica e si può solo rimpiangere che
oggi quella penna ilare e micidiale non sia più a nostra
disposizione per presentarci da un'angolazione del tutto impensata le
attuali miserie e follie nazionali. Ah, poter avere Manganelli su
Follini il Clorofillo e l'ex top-model Sircana, i Dico Non Dico, e i
soldati italiani in Afghanistan armati fino ai denti ma che non
debbono sparare, per carità....
Carlo Fruttero
La Stampa, 3 marzo 2007
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