17.3.17

L'Italiano di Manganelli (Carlo Fruttero)

Nella rubrica La posta di Carlo Fruttero su “Tuttolibri”, apparve questo pubblico scambio di missive, che è anche – nella parte curata da Fruttero – una testimonianza interessante sulla figura di Giorgio Manganelli. (S.L.L.)

Gentile Fruttero,
«un italiano libero è un italiano che l'ha fatta franca». Questa massima un po' estremistica non è farina del mio sacco, me la riferisce un amico che però non ricorda dove l'autore (Giorgio Manganelli) l'abbia scritta, io di Manganelli sapevo che è una figura importante della nostra letteratura e ho anche provato a leggere un paio di suoi romanzi, trovandoli troppo difficili per me. Ma ignoravo che fosse anche uno scrittore, per cosi dire, «di costume», come sembra indicare la battuta di cui sopra. Può darmi lei qualche notizia? Con stima.
Giovanni Durci
Ancona

Gentile signor Durci,
Manganelli, che incontravo qualche volta a Torino e Milano, era un personaggio leggendario per le sue mille fisime e stranezze. Timidissimo, riservatissimo, molto amato dagli amici, scrisse libri senza dubbio «difficili» ma di una sapienza e raffinatezza stilistiche ineguagliabili. Per molti è il massimo prosatore italiano del secolo scorso. E tuttavia, sorprendentemente, fu anche scrittore «di costume» appunto, un sarcastico fustigatore del Bel Paese, nella linea di Longanesi, Montanelli, Fortebraccio, Flaiano e del nostro Gramellini. Collaborò a varie riviste e quotidiani, tra i quali anche questo, con brevi corsivi di iperbolica ferocia a commento di fatti e fatterelli quotidiani. Di lì certo viene quella massima da lei citata, anche se non saprei dirle la fonte esatta. Forse la troverà in un libretto di Manganelli appena uscito, Mammifero italiano (Adelphi, a cura di Marco Belpoliti) che raccoglie parecchie di quelle paginette scorticanti e divertentissime sui più diversi temi: le tasse, il latino, la Patria, la famiglia, il sedere, il calcio, la Chiesa, il divorzio ecc. Le garantisco che non troverà niente di «difficile», il Manganelli giornalistico mette le sue doti d'acrobata a servizio pieno del lettore in teatro e le sue «trovate» non hanno mai nulla di compiaciuto. Sono invenzioni paradossali di suprema qualità comica e si può solo rimpiangere che oggi quella penna ilare e micidiale non sia più a nostra disposizione per presentarci da un'angolazione del tutto impensata le attuali miserie e follie nazionali. Ah, poter avere Manganelli su Follini il Clorofillo e l'ex top-model Sircana, i Dico Non Dico, e i soldati italiani in Afghanistan armati fino ai denti ma che non debbono sparare, per carità....

Carlo Fruttero

La Stampa, 3 marzo 2007

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