Dal fondo della sua
prigione Gramsci pensa sempre all’avvenire come se avesse in mente
contemporaneamente una situazione pre e postfascista. Non dice come
si potrà uscire dal fascismo; e non soltanto per necessaria
autocensura ma perché realmente tutte le cose che propone per il
dopo fascismo sono collegate alla prospettiva non sovietica di
libertà democratica di opinione e di stampa e mai a quella di
rivoluzione socialista. Insomma quel che si farà, sarà fatto in una
Italia dove ci sarà sempre il «Corriere della Sera», eccetera. È
come se le mura di Turi dovessero cadere per miracolo e si tornasse
alla condizione del 1914. È un fenomeno paradossale e
impressionante: tanto più che, assurdamente, Gramsci ha avuto
ragione, le cose si sono svolte, almeno dal 1948 a oggi, proprio come
se l’ipotesi rivoluzionaria non ci fosse mai stata e Togliatti ha
fedelmente interpretata la disperazione di Gramsci. [1961]
L'ospite ingrato, De Donato, Bari, 1966
L'ospite ingrato, De Donato, Bari, 1966
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