Per l'edizione torinese
dell'“Avanti!”, Antonio Gramsci curò tra il 1916 e il 1920 una
rubrica dal titolo Sotto la mole. Si tratta di trafiletti
dedicati a fatti di costume. Nel periodo della Grande Guerra sui
testi spesso infieriva la censura, facile a giudicare “disfattismo”
o “demoralizzazione” qualsiasi critica al governo. Fatto è che
ben di rado gli arguti interventi del giornalista sardo
riguardavano la conduzione della guerra o le politiche governative: a queste cose si doveva alludere senza nulla trapelare col censore, il quale –
dal canto suo – quando non capiva, per non sbagliare cancellava.
Era inevitabile che l'attenzione di Gramsci si concentrasse su
notizie che oggi chiameremmo “di costume”, tra le quali
particolarmente lo ispiravano le cose di Chiesa. (S.L.L.)
Il 4 settembre gli
«esploratori cattolici» terranno una « importante » adunanza
mensile. È la più recente creazione dello spirito clericale di
adattamento all’ambiente questo dei boy-scouts cattolici. È già
un’organizzazione completa, molto attiva, molto proficua per la
propaganda. Battaglioni di sanfedisti gretti e intolleranti vengono
preparati per domani. Le famiglie cattoliche che, come tutte le
famiglie borghesi, volentieri cercano di scaricare su altri il
compito di educare i bambini, iscrivono i loro figli fra gli
esploratori cattolici. Ginnastica e ostia consacrata. Per la
montagna, per il canottaggio, i giovanetti inghiottono senza
recalcitrare tutte le ostie consacrate che vengono loro offerte,
ascoltano i predicozzi sulla buona stampa, sorbono anche tre o
quattro funzioni religiose ogni dì di festa.
È interessante da notare
anche questa. I boy-scouts sono creazione inglese, e in Inghilterra
sorsero come stimolo al self-help, alla vita intensa individuale resa
più facile dalla solidarietà libera e spontanea. In Italia i
boy-scouts aconfessionali sono diventati nuova palestra [undici
righe censurate],
Da Mosconi,
“Avanti!”, edizione torinese, 1° settembre 1917 – ora
in Sotto la Mole, Einaudi,
1960
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