Amado mio, un
romanzo di Pier Paolo Pasolini, iniziato nel '48 e rimasto
incompiuto, fu pubblicato postumo da Garzanti. È la storia di un
amore. Desiderio, trasparente copertura dell'autore, conosce a una
festa di paese un ragazzo, Benito, e se ne innamora. Benito, che
Desiderio ribattezza Iasis, gli si nega, ma un giorno al cinema,
mentre sullo schermo Rita Hayworth canta Amado mio e mentre –
come usava a quel tempo – il pubblico eccitato rumoreggia, gli si
promette per quella stessa sera. (S.L.L.)
Davanti a Gilda qualcosa
di stupendamente comune invase tutti gli spettatori. La musica di
Amado mio devastava. Cosi che le grida oscene che si
incrociavano per la platea parevano fondersi in un ritmo dove il
tempo pareva finalmente placarsi, consentire una proroga senza fine
felice. Anche quando Iasis, abbracciato da Desiderio, gli posò il
capo su una spalla, e in quell'atmosfera da orgia consumata al di là
del tempo, prima della morte, il petto di Desiderio parve finalmente
sciogliersi. Rita Hayworth, con il suo immenso corpo, il suo sorriso
e il suo seno di sorella e di prostituta — equivoca e angelica —,
cantava dal profondo della sua America Latina da dopoguerra, con
un'inespressività veramente carezzevole. Rinunciatario ed arreso,
Desiderio accarezzava la testa del ragazzo appoggiata alla sua
spalla, come si accarezza un fratello. E tra le lacrime, invece del
lungo discorso che avrebbe dovuto annunciargli la sua decisione di
rinunciare per sempre..., gli mormorò all'orecchio: “Perdonami,
Iasis”, ma Iasis, a quelle impercettibili parole alitate da
Desiderio, sorrise, distratto, e gli rispose: “Stasera”. Fu come
un urlo di gioia, un dolce cataclisma che facesse crollare il cinema
e tutta Caorle. Mentre Gilda, intanto, contro il cielo, sul pubblico
ansimante, con delicata libidine e furiosa pazienza si sfilava il
guanto dal braccio».
Amado mio, Garzanti,
Milano, 1982.
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