Del furore d'aver
libri è il titolo di un volume
uscito qualche lustro fa per la Sellerio, curato da Gianfranco, che
contiene il testo dedicato nel 1757 alla propria biblioteca da un
prete, bibliofilo ed editore padovano, Gaetano Volpi, organizzato per
voci alfabetiche. Stefano Malatesta che ne curò per “la
Repubblica” la recensione ne estrasse alcune come assaggio per i
lettori, quelle che Qui riprendo (S.L.L.)
CANI. Convien
bandirli affatto dalle Librerie, atteso il loro istinto d’alzar la
gamba nell’orinare; principalmente dove le scanzìe sono quasi fino
in terra; essendo a’ Libri perniciosissima la loro orina. Vedi
ORINA.
FILO. Per cucire i
Libri non sia troppo grosso, perché riempiendo più del dovere il
mezzo de’ fogli, o de’ quinternetti, massime se son molti, rende
mostruose le schiene de’ Volumi: né troppo sottile, mentre riesce
debole, e poco atto per far istar sodi i medesimi ne' loro siti.
FIORI. Alcuni nel
leggere van riponendo foglie di varj fiori qua e à ne’ Libri, i
quali perciò restano macchiati senza rimedio.
GATTI. Questi
infestano le Librerie col naturai loro vezzo di aguzzarsi l’ugne
principalmente sulle carte, godendo di quel fragore che in ciò da
esse si forma; graffiandole spesso malamente: e colla loro pestilente
orina: benché da un altro canto, le tengano riguardate da’ sorcj,
d’essi ancor più dannosi. Il Petrarca perciò tenea carissima una
sua Gatta, il cui scheletro, celebrato con versi, ancor si vede in
Arquà, Villa del Padovano, nella casa già da esso abitata.
SITO, O SQUALLORE.
Stando lungo tempo i Libri rinserrati in luoghi terreni, umidi,
nitrosi, e di malo odore, contraggono molti difetti, come salsedine,
muffa, macchie rossigne ec., cose che fanno indebolire, marcire, e
sfarinare infin le carte più consistenti; tutto ciò i Latini
chiamarono Situm et squallorem. Per tal cagione, non molti
anni sono, andarono a male in certa casa Nobile di Padova molti
preziosi Volumi, fra’ quali ancor la rarissima e preziosissima
Bibbia Complutense del celebre Cardinale Ximenes in molti tomi in
foglio.
TABACCO. Erba
usatissima a’, nostri tempi, benché sordida, e bene spesso
sporcante le vesti; e massime i Libri con macchie indelebili.
Confesso il vero, e in ciò la mia debolezza, io ho sempre temuto che
i nostri Libri fossero danneggiati da’ cani, e da’ tabacchisti;
quando i primi entrano nella Libreria, e gli altri ne aprono, e
maneggiano i Libri, principalmente stampati in carta distinta, rari,
e legati con eleganza.
TAVOLE. Queste
erano adoperate frequentemente nel legar Libri da’ nostri antichi,
o tutte, o in parte fornite di cuojo, armate di borchie, o punte, di
cantoni, di passetti e scudetti; ma col tempo tarlandosi, era cagione
che gli stessi Libri soggiacessero alla perforazione de’ tarli...
“la Repubblica”,
ritaglio senza data, ma 1988
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