6.8.17

Libri. Attenti ai cani (Gaetano Volpi)

Del furore d'aver libri è il titolo di un volume uscito qualche lustro fa per la Sellerio, curato da Gianfranco, che contiene il testo dedicato nel 1757 alla propria biblioteca da un prete, bibliofilo ed editore padovano, Gaetano Volpi, organizzato per voci alfabetiche. Stefano Malatesta che ne curò per “la Repubblica” la recensione ne estrasse alcune come assaggio per i lettori, quelle che Qui riprendo (S.L.L.)
CANI. Convien bandirli affatto dalle Librerie, atteso il loro istinto d’alzar la gamba nell’orinare; principalmente dove le scanzìe sono quasi fino in terra; essendo a’ Libri perniciosissima la loro orina. Vedi ORINA.

FILO. Per cucire i Libri non sia troppo grosso, perché riempiendo più del dovere il mezzo de’ fogli, o de’ quinternetti, massime se son molti, rende mostruose le schiene de’ Volumi: né troppo sottile, mentre riesce debole, e poco atto per far istar sodi i medesimi ne' loro siti.

FIORI. Alcuni nel leggere van riponendo foglie di varj fiori qua e à ne’ Libri, i quali perciò restano macchiati senza rimedio.

GATTI. Questi infestano le Librerie col naturai loro vezzo di aguzzarsi l’ugne principalmente sulle carte, godendo di quel fragore che in ciò da esse si forma; graffiandole spesso malamente: e colla loro pestilente orina: benché da un altro canto, le tengano riguardate da’ sorcj, d’essi ancor più dannosi. Il Petrarca perciò tenea carissima una sua Gatta, il cui scheletro, celebrato con versi, ancor si vede in Arquà, Villa del Padovano, nella casa già da esso abitata.

SITO, O SQUALLORE. Stando lungo tempo i Libri rinserrati in luoghi terreni, umidi, nitrosi, e di malo odore, contraggono molti difetti, come salsedine, muffa, macchie rossigne ec., cose che fanno indebolire, marcire, e sfarinare infin le carte più consistenti; tutto ciò i Latini chiamarono Situm et squallorem. Per tal cagione, non molti anni sono, andarono a male in certa casa Nobile di Padova molti preziosi Volumi, fra’ quali ancor la rarissima e preziosissima Bibbia Complutense del celebre Cardinale Ximenes in molti tomi in foglio.

TABACCO. Erba usatissima a’, nostri tempi, benché sordida, e bene spesso sporcante le vesti; e massime i Libri con macchie indelebili. Confesso il vero, e in ciò la mia debolezza, io ho sempre temuto che i nostri Libri fossero danneggiati da’ cani, e da’ tabacchisti; quando i primi entrano nella Libreria, e gli altri ne aprono, e maneggiano i Libri, principalmente stampati in carta distinta, rari, e legati con eleganza.

TAVOLE. Queste erano adoperate frequentemente nel legar Libri da’ nostri antichi, o tutte, o in parte fornite di cuojo, armate di borchie, o punte, di cantoni, di passetti e scudetti; ma col tempo tarlandosi, era cagione che gli stessi Libri soggiacessero alla perforazione de’ tarli...


“la Repubblica”, ritaglio senza data, ma 1988

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