Dove saranno finiti
la veduta marina,
il secchiello e la
paletta,
e i granelli di
sabbia
che l’istantaneo
prodigio
tramutò in attimi
fuggenti,
travisandoli dal
nulla
in un altro nulla?
Dove sarà finito
l’ovale
di mia madre
che fu il suo volto
e
che il tempo ha
reso medaglia?
Perché non mi
sfiora più
con le sue labbra,
dove sarà volato
quel soffio
che raffreddava la
mia minestrina?
Dove le impronte di
quel
lesto e disordinato
sparire delle cose?
In quale prigione
di numeri
è rinchiuso il
tempo?
Rispondimi! Dolore
sapiente,
autorità senza
voce.
da Metafisica tascabile, Mondadori 1997
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