A corredo dell'annuncio
di un convegno dedicato a Vittorini nel centenario della nascita
organizzato dall'Università di Udine con la direzione scientifica
del convegno di Anna Panicali, il “Messaggero Veneto” pubblicò
un breve articolo di curiosità biografiche, di cui riprendo qui un
ampio stralcio. Nel sito dei giornali collegati al gruppo editoriale
“La Repubblica – L'Espresso”, donde l'ho recuperato, manca
l'indicazione dell'autore. (S.L.L.)
Elio Vittorini con la moglie Rosa Quasimodo |
«Nato a Siracusa nel
1908, Elio Vittorini se ne andò dalla Sicilia a 17 anni per lavorare
a Gorizia come edile...». Comincia così la biografia del grande
scrittore diffusa alla vigilia del convegno che l'università di
Udine gli dedicherà a cominciare da martedì. Ma dietro
l'indicazione riguardante la città isontina c'è una storia che lo
lega a un altro gigante della letteratura italiana, siciliano pure
lui. Sveliamo questo piccolo mistero. Primo di quattro fratelli,
Vittorini ( nella foto in alto a sinistra) nasce appunto da Lucia
Sgandurra e Sebastiano Vittorini. Seguendo gli spostamenti del padre
ferroviere, trascorre l'infanzia «in piccole stazioni con reti
metalliche alle finestre e il deserto intorno». Insistentemente in
tutta la sua opera sarà presente il fascino del treno e del viaggio.
Inquieto e ribelle, durante l'adolescenza fugge diverse volte da casa
«per vedere il mondo», utilizzando i biglietti omaggio cui hanno
diritto i familiari di un dipendente delle ferrovie. Nel 1924 entra
in contatto con un gruppo di anarchici siracusani in lotta contro lo
squadrismo fascista e interrompe gli studi tecnici a cui i genitori
l'hanno destinato. Quindi decide di lasciare definitivamente la
Sicilia e si stabilisce a Gorizia, dove troverà lavoro in un'impresa
di costruzioni. Nel 1926 pubblica un articolo politico sulla rivista
“La conquista dello Stato”, assumendo posizioni di fascismo
antiborghese. E nel 1927 grazie all'amicizia con Curzio Malaparte
comincia a collaborare con “La Stampa” e pubblica su “La Fiera
letteraria” il racconto il Ritratto di re Gianpiero con
presentazione di Enrico Falqui.
Ed eccoci al punto forse
più interessante della vicenda goriziana. Elio si innamora di Rosa,
la giovanissima sorella di Salvatore Quasimodo, futuro premio Nobel,
siciliano di Modica e pure lui figlio di ferroviere. Il 10 settembre
1927, dopo la fuga architettata per potersi sposare subito, viene
celebrato il matrimonio "riparatore" con Rosa Quasimodo e
nell'agosto del '28 nascerà il loro primo figlio, chiamato, in
omaggio a Curzio Malaparte, Giusto Curzio. In questo periodo
Vittorini intraprende la lettura di alcuni dei maggiori scrittori
europei, fra cui Gide, Joyce e Kafka, e nel frattempo le sue
collaborazioni si estendono. Nel '29 suscita scandalo un suo articolo
contro il provincialismo della cultura italiana. Vittorini comincia
ad essere considerato «uno scrittore tendenzialmente antifascista».
Quindi perde le collaborazioni «ai giornali che pagano» e comincia
a collaborare con una piccola rivista fiorentina, «Solaria».
Grazie al suo direttore,
Giansiro Ferrata, realizza infine il sogno di vivere a Firenze, dove
nel 1930 si trasferisce con la famiglia. E qui arriva anche Salvatore
Quasimodo che nel frattempo aveva pure raggiunto per un certo periodo
a Gorizia la sorella e il cognato.
Sul periodo goriziano dei
tre e in particolare dei due giovani intellettuali non ci sono
particolari testimonianze, a parte lettere scritte da Rosa.
Messaggero Veneto, 10
maggio 2008
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