Goethe nel suo scrittoio |
«Ero
così avvezzo a recitare a me stesso delle piccole poesie senza poi
essere in grado di ricomporle, che qualche volta correvo allo
scrittoio e, senza preoccuparmi di raddrizzare il foglio, scrivevo di
traverso tutta la poesia dal principio alla fine, senza cambiare
posizione. Proprio per questo preferivo usare la matita, che ha un
tratto più dolce: mi era infatti più volte capitato che lo stridìo
e gli schizzi della penna mi svegliassero dal mio poetare sonnambulo,
mi distraessero soffocando sul nascere una piccola composizione...».
Da
Poesia e verità in
Scritti sull'arte e sulla letteratura, Bollati
Boringhieri, 1992
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