8.4.19

Viva il pane. Intervista gastronomica alla scrittrice siciliana Tea Ranno (Angie Cafiero)

Pane di Melilli

Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Tea: – Molto. Né troppo pesante, né troppo leggera, anche se spesso, quando lavoro, mi scordo di mangiare.

Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirata/o a qualcosa di gastronomico?
Tea: – Ho raccontato un magnifico tortino di sarde, naturalmente inventato, che poi un amico, a una cena a sorpresa, mi ha cucinato egregiamente.

Angie: – Cosa significa per te mangiar bene?
Tea: – Avere rispetto del mio corpo – dotarlo dell’energia giusta, del miglior “carburante” – e anche gratificarlo.

Angie: – Le tue esperienze artistiche e lavorative?
Tea: – Sono laureata in giurisprudenza e ho lavorato come giurista, ma scrivo da quando ero una bambina che voleva diventare come Jo di Piccole donne.

Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Tea: – No, in genere preferisco la cucina casalinga.

Angie: – Sei mai stata/o a dieta?
Tea: – Più che altro mi impongo di mantenere sempre lo stesso peso, talvolta è difficile, specie quando torno in Sicilia, a casa di mia madre…

Angie: – Meglio carne o pesce?
Tea: – Carne

Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Tea: – Un cannolo siciliano.

Angie: – Vino?
Tea: – Appena un assaggio.

Angie: – Il tuo punto debole
Tea: – Le mie figlie.

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Tea: – Nel frigo le uova, e in dispensa le patate.

Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Tea: – La necessaria lentezza e concentrazione. Cucinare è buon pretesto per meditare: le mani vanno per conto loro e la testa segue i suoi percorsi, ma in buona armonia, se c’è distrazione è in realtà astrazione, sufficiente comunque a far bruciare il tutto.

Angie: – E quello che ti piace mangiare?
Tea: – La caponata, le melanzane “abbottonate” che prepara mia madre, e poi la pasta, specialmente nelle versioni sicule.

Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Tea: – Parca.

Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Tea: – Colazione ideale: cappuccino, pane burro e marmellata. Colazione normale: caffellatte con cereali.

Angie: – Di cosa sei più golosa? e cosa proprio non ti piace?
Tea: – Golosa di pane, non mi piace proprio la trippa.

Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Tea: – Sì, la menta.

Angie: – Limone o aceto?
Tea: – Limone.

Angie: – Non puoi vivere senza…
Tea: – Pane

Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare
Tea: – Sì, esiste. Nel sedurre una donna conta saper cucinare, perché in cucina viene fuori l’estro, la fantasia, la cura del dettaglio, la raffinatezza delle vivande o la loro “rusticità”, tutti elementi che denotano un certo carattere, la disponibilità a mettersi in gioco, la capacità di organizzazione. Insomma, la cucina è uno di quei luoghi in cui l’uomo fa vedere chi è!

Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori
Tea: – Le frittelle di pane: pane raffermo ammollato nel latte, parmigiano e provolone piccante grattugiati (in abbondanza), basilico spezzettato, uova battute, sale quanto basta. Si frigge il composto a cucchiaiate. A parte si prepara della salsa di pomodoro, sempre profumata con il basilico, vi si immergono le frittelle, le si lasciano ammorbidire, si cosparge il tutto con parmigiano grattugiato.

Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Tea: – L’isola appassionata di Bonaventura Tecchi.

Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici…
Tea: – “Bolero” di Ravel.

Angie: – Hobby?
Tea: – Leggere.

Angie: – Se fossi un personaggi mitologico chi saresti?
Tea: – Calliope.

Angie: – Qual è il sogno più grande?
Tea: – Andare in giro per il mondo con la famiglia.

Angie: – Cosa ti dicono più spesso?
Tea: – Ma tu quando scrivi?

Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoco/a?
Tea: – Mio marito è un cuoco eccellente.

Angie: – Un piatto della tua infanzia
Tea: – La pasta al forno di nonna Anna.

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Tea: – Bah, credo che ci sia un accentuato regionalismo in cucina: ogni piatto ha i suoi luoghi di provenienza, i suoi prodotti tipici, ci si affratella nel mangiare, certo, ma nell’ambito di confini ben definiti.

Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Tea: – La pizza margherita.

Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale?
Tea: – La francese.

Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Tea: – Curioso, in cerca sempre di nuovi sapori.

Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi, Di Pietro, Mario Monti?
Tea: – Gnocchi al burro; pasta all’arrabbiata; merluzzo in bianco.

Angie: – La cucina ti ha mai tradito?
Tea: – Sì, con un gruppo di ragazzini americani, che si aspettavano patatine fritte e hamburger e io avevo preparato le lasagne.

Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Tea: – In attesa di illuminazione.

Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta.
Tea: – Quando scrivi?
Tutti i giorni.

Sito di Angie Cafiero (angie.it) – Rubrica Interviste gastronomiche – 4 giugno 2012

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