Riprendo le notizie che
seguono dalla recensione di Christian Rocca a un romanzo di Antonio
Monda (“Tuttolibri”, 9 marzo 2019).
Lee Atwater, detto Boogie
Man, cioè l’orco, fu per alcuni anni il più abile e temuto degli
strateghi politici d’America. Fu lui a confezionare nel 1988 la
vittoria di George Bush senior sul governatore del Massachusetts
Michael Dukakis. Costui cominciò a perdere consensi e fiducia quando
Atwater produsse uno spot intitolato «porte girevoli» con cui
legava il nome del governatore al volto di un efferato criminale
afroamericano, l’ergastolano Willie Horton che, durante un permesso
premio ottenuto grazie a una norma del governatore Dukakis, aveva
stuprato una ragazza.
Era un attacco violento,
personale, ingiusto e dai toni razzisti, il vero marchio di fabbrica
di Boogie Man, che con «porte girevoli» si era ripromesso di
manipolare le coscienze degli americani fino a convincere gli
elettori che Willie Horton fosse addirittura il candidato
vicepresidente di Dukakis.
Bush fu eletto
trionfalmente, ma ad Atwater venne poco dopo diagnosticato un tumore
al cervello.
Aveva 39 anni, morirà a
40, nel 1991.
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