23.8.09

L'articolo della domenica. L'estate della Lega


Non so quale demone interiore abbia spinto Marcello Sorgi a scrivere il lungo articolo pubblicato ieri su “La Stampa” dal titolo L’estate emarginata della Lega. Forse la volontà di andare oltre la banalità delle altrui osservazioni e di scrivere cose originali se non intelligenti. Ma non c’è nulla da fare, dottor Sorgi, banale non è soltanto “il male”, come ci ricorda la celebre chiosa di Hannah Arendt al processo Eichmann, ma anche la sua registrazione neutrale. Si può anche credere (o fingere di credere) che alcune proposte della Lega siano innocue o perfino utili, ma è il tono che fa la musica ed il tono che in quel mondo si usa incoraggia il razzismo, l’intolleranza, la divisione e prepara tragedie.

Riassumiamo l’articolo. Per il Sorgi le proposte dei bossiani sui dialetti, le celebrazioni dei 150 anni dell’unità, le gabbie salariali, impropriamente lette come un attentato all’unità nazionale, avrebbero creato una innaturale convergenza di tutti gli altri, una sorta di “arco costituzionale” che vorrebbe emarginare la Lega come forza antisistema, come si fece in altri tempi con il Msi di Almirante. Io non so da quale angolo di mondo Sorgi segua le cose italiane, ma la sua rappresentazione (proprio nei giorni degli Eritrei annegati da politiche razzistiche), non ha nulla a che vedere con la realtà. Ho visto anch’io la stravagante proposta del povero Fassino di un’alleanza Pd-Pdl in chiave antilega per le elezioni regionali del Veneto, ma chiunque abbia un minimo di buon senso sa perfettamente che non ha la benché minima possibilità di realizzarsi.

Invero mai come oggi la Lega è stata al centro della politica, garante di una fetta di consenso deciso e decisivo nei luoghi determinanti della vita economica e civile, in grado di dettare l’agenda e le scelte fondamentali del governo. I 75 morti nel canale di Sicilia sono l’effetto della criminalizzazione dell’immigrazione irregolare, di un tentativo sfacciato di considerare “favoreggiatore” di un reato chiunque a qualsiasi titolo assista e soccorra, dal medico del Pronto soccorso al marinaio del peschereccio, come sono frutto delle insistenti, volgari, minacciose campagne dei leghisti contro lo straniero che toglie il lavoro, la casa e l’assistenza, che delinque, spaccia, schiavizza, il razzismo sempre meno latente di pezzi di popolo e i comportamenti sempre più inquietanti di pezzi di stato.

Torniamo a Sorgi. A proposito della proposta del ministro Zaia sui dialetti da valorizzare a scuola e utilizzare nelle fiction Rai l’apologista de “La stampa” trova irrilevante il contesto in cui è inserita (comprendente l’accusa alla tv pubblica di tolleranza verso la “cultura gay”) e si dichiara in sostanza d’accordo. Sulla questione delle gabbie Sorgi dice che sarebbero una saggia differenziazione dei salari, una vera e propria spinta all’economia. Sulle celebrazioni del Risorgimento ha un'idea: “festeggiamo insieme l’unità d’Italia e il nuovo assetto federalistico”. In verità le proposte leghiste toccano gangli vitali della comunità statuale: si vuole frantumare il sistema nazionale dell’istruzione pubblica, sfilacciare il tessuto culturale unitario, stabilire una forte differenziazione salariale tra Nord e Sud. Se si aggiungono le disuguaglianze già ora evidenti nella sanità e i probabili effetti del federalismo fiscale il quadro che si profila è di un accentuato dualismo economico e sociale che prepara la strada a una separazione. La Lega del resto non ha mai definitivamente rinunciato a questo obiettivo. Tra meno di un decennio i pensatori alla Sorgi cercheranno di convincere il Sud che la separazione consensuale conviene, che il Sud sottosviluppato ne ricaverebbe più consistenti aiuti internazionali, anche se dubito che lui, palermitano di nascita, possa scegliere la nazionalità sudista. Non è una fantasia né un incubo. Su questa strada c’è un solo grande ostacolo: il debito pubblico. Chi se lo accollerà? (S.L.L.)

1 commento:

Marta Fressoia ha detto...

Alla strage di Lampedusa, alle 75 vite che si potevano salvare, dedico questa canzone che galleggia in acque scure, profonde come l'antichità e il mito, nell'eterno ritorno dell'uguale. Parole evocative che sembrano emergere dai flussi e dall'angoscia dei naufraghi. Una preghiera universale.

Santissima Dei Naufragati. Vinicio Capossela
http://www.youtube.com/watch?v=22QErUGU-4Q

statistiche