15.11.14

2001. Natale in Africa (S.L.L.)

Malindi (Kenya), dicembre 2001. Pescatori sulla spiaggia.
Mi ricordo un Natale che insegnavo "Tu scendi dalle stelle" a un gruppo di ragazzi e bimbi ghiriama in Kenia, dentro un lurido capannone in mezzo al bush, adibito a chiesa protestante. Lo scopo era di ottenere mance più generose dagli italiani a Malindi (tanti a quel tempo), quando la sera della vigilia sarebbero passati con i tamburi a cantare tre o quattro inni augurali nelle ville e nei villaggi turistici. 
Faceva da pastore e capocoro il mio amico Joseph, un milanista ammiratore di Weah, l'unico che conoscesse l'italiano, neanche tanto male, visto che faceva il cuoco da dieci anni in casa di italiani. Per ottenere che cantassero con più espressione, comprendendo un po' di quel che cantavano, suggerii a Joseph di tradurre il testo italiano in swahili, di spiegare a quei ragazzi che Gesù, povero come loro, soffriva assai i rigori dell'inverno. Ma, in un posto dove la temperatura non scende mai sotto i 30°, non era facile spiegare la sofferenza di "venire in una grotta al freddo e al gelo" o quanto contasse la mancanza di panni e fuoco. Neanche Joseph in verità capiva fino in fondo: anche per lui il freddo era quello del frigorifero e il gelo quello del gelato.
In ogni caso, per tutto il periodo che rimasi lì (tornai in Italia – mi pare – il 7 gennaio), quei ragazzi, quando s'accorgevano di me anche a trecento metri di distanza, mi salutavano cantando ad alta voce: “Tu scendi dalle stelle, o re del cielo” e io ne ero contento. 
Chi l'avrebbe mai detto, io, ateo militante e repubblicano?!

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