30.1.10

Fottere e piangere. I crucci del vescovo Martella.

“Sa, credo che Satana, essere subdolo, non occupa mai la prima pagina dei giornali, ma subdolamente si trova quando meno te l’aspetti, ed è trasversale”. Così si apre l’intervista al vescovo di Barletta, Monsignor Luigi Martella, confezionata da Bruno Volpe per il sito cattolico Pontifex.Roma.

Il prelato Intravede caratteristiche luciferine in Marco Travaglio, “con quegli occhi e alcuni editoriali al vetriolo”. Ma è convinto che anche altri non siano santini. Riserva una frecciata anche alla tv d’intrattenimento: “Non offre un panorama esaltante… valuto cosa del tutto sbagliata fare classifiche di rendimento dei santi”.Il suo maggior cruccio è che “regna una stampa, sia televisiva che cartacea, ostinatamente prevenuta nei confronti della Chiesa”. Aggiunge: “Il mondo ha sempre perseguitato Cristo è […], ma la Chiesa non si farà mai condizionare e tirerà avanti per la sua strada, rischiando anche la impopolarità”.

Il curioso è che il vescovo pronuncia queste accorate parole in un tempo in cui nei Tg e nei programmi di intrattenimento imperversano preti e frati dal mattino alla sera. Insomma il vescovo si è convinto che più che l’immagine della Chiesa trionfante cara all’immaginazione barocca, paghi la rappresentazione di una “Chiesa del silenzio”, perseguitata e calunniata. In questo vittimismo ha fatto scuola Berlusconi, che è uno specialista di quello che in Sicilia chiamano “fottere e piangere”. Il Vescovo, però, a differenza del Cavaliere ha fatto voto di castità. Non può fottere. O almeno non può farlo sapere.

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