8.1.16

Le misure della birra (S.L.L.)

La birra della mia adolescenza era la Birra Messina, e la ricordo buonissima, specie se gelata. Arrivavano anche la Peroni e altre birre continentali e sentivo dire che, benché venissero da più lontano, facevano concorrenza sul prezzo. Ma la nostra birra restava la Messina, al giusto grado di amaritudine e spumosità, a quello a cui il gusto si era avvezzato. I bar la vendevano in tre formati: piccolo, medio e grande.
La birra piccola, all'incirca 200 ml., era chiamata anche "scioppino". Credo che significhi "piccolo boccale", benché la si consumasse, di preferenza, in bottiglia o in bicchieri senza manico.
La birra media, chiamata anche "mezza birra", equivaleva a 330 ml. Il consumo più tipico era "in due bicchieri". Costava cento lire contro le settanta dello "scioppino" e consentiva un buon risparmio a chi accettava di sorbire un dito in meno della bionda bevanda.
Infine la birra grande, detta "bottiglia di birra", 160 lire, che si ordinava, seduti in tre o quattro nelle lunghe sere d'estate, ai tavolini rotondi di ferro. La chiamavano anche "birra da tre quarti" e questo nome riproponeva ogni tanto una piccola e noiosa querelle sul perché tre quarti quando si trattava soltanto di due terzi di litro. Girava la teoria che i tre quarti si collegassero a un sistema di misurazione esotico, anglosassone per esempio, ma non ho mai accertato se la cosa fosse vera.

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