28.1.12

"Casablanca" (di Ingrid Bergman)

Michael Curtiz mi piaceva. Era un buon regista; ma, nonostante questo, l’inizio di Casablanca fu disastroso, anche se non per colpa sua. Sin dalle prime riprese il produttore, Hall Wallis, si mise a litigare con gli sceneggiatori, i fratelli Epstein e, come se non bastasse, anche Mike Curtiz prese a trascorrere l'intervallo del pranzo discutendo con Hall Wallis. La sceneggiatura doveva essere modificata; i dialoghi ci venivano passati giorno per giorno e toccava a noi sbrigarcela perché quello che facevamo avesse un minimo di senso. Nessuno sapeva dove saremmo andati a finire o quale sarebbe stata la conclusione del film, il che non ci aiutava certo a entrare nei rispettivi ruoli. Ogni mattina chiedevamo: «Chi siamo e che cosa stiamo facendo?». E Michael Curtiz ci rispondeva: « Ancora non è deciso. Per oggi giriamo questa scena e domani ve lo saprò dire ». Era una situazione ridicola, anzi peggio, estremamente sgradevole. Anche Michael Curtiz non sapeva quello che stava facendo perché nemmeno lui aveva un'idea precisa della trama. Tutte queste incertezze irritavano profondamente Humphrey Bogart, che si ritirava nella sua roulotte il più spesso posibile. La cosa che mi metteva più a disagio era il non sapere di chi dovevo essere innamorata, se di Paul Henreid o di Humphrey Bogart.
« Non lo sappiamo ancora... tu cerca di recitar bene... barcamenandoti. »
Non osavo guardare Humphrey Bogart con occhi innamorati perché poi non avrei saputo come guardare Paul Henreid.
Avevano intenzione di girare due finali perché non riuscivano a decidere se avrei dovuto partire con mio marito o restare con Bogart. Il primo fu quello dell'addio. Se vi ricordate, Claude Rains e Bogie si allontanano nella pioggia pronunciando la famosa frase: « Louis, credo che questo sia l'inizio di una bella amicizia ». Il parere unanime fu quello di conservare questo finale, senza nemmeno girare l'altro. La frase conclusiva sembrava perfetta.
Ma nessuno sapeva che quella sarebbe stata la frase conclusiva finché non venne risentita, così come nessuno si immaginava che il film avrebbe vinto un Oscar e sarebbe diventato un classico.
Gli attori che l'avevano interpretato formavano un cast straordinario, ma i problemi connessi con la sceneggiatura avevano creato molte tensioni, tanto che posso dire di non aver quasi conosciuto Humphrey Bogart. Certo, l'ho baciato, ma senza conoscerlo.

Da Ingrid Bergman, La mia storia,Mondadori 1981

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