31.1.12

Marx, Lenin e Sandokan. Intervista a Paco Taibo (di Riccardo Barenghi)

In occasione del centenario di Salgari, all’incirca un anno fa, Riccardo Barenghi intervistò per “La Stampa” Paco Ignacio Taibo II, scrittore messicano nato in Spagna, dalla forte tempra antimperialista. Di Taibo l’editore Tropea aveva appena pubblicato Ritornano le tigri della Malesia (piu' antimperialiste che mai), un libro di avventure con forte accentuazione politica, collocato nel tardo Ottocento e che pone a contrasto l’Impero del Male, del colonialismo, del razzismo, della rapina finanziaria, e i Pirati, un po’ invecchiati, ma combattivi come sempre, guidati da Sandokan e Yanez de Gomera. Taibo è autori di molti romanzi, di cui uno scritto in collaborazione col subcomandante Marcos, e di una biografia del Che. Della bella intervista di Barenghi trascrivo un ampio stralcio. (S.L.L.)  

Perché proprio Salgari, cosa c'entra uno scrittore di avventure con un autore come lei?
«Perchè Salgari è il mio autore. Quando leggi dei libri con tanta passione, entusiasmo, identificazione, lo scrittore diventa tuo. Così come è diventato mio Sandokan, io mi sento antimperialista sandokaniano piu' che leninista. Lenin arriva dopo».
Sandokan era un principe spodestato dagli inglesi, non certo un rivoluzionario...
«Ma racchiude in sé valori fondamentali: l'onore, la parola data (senza bisogno di firme su pezzi di carta), la coerenza tra quello che si dice e quello che si fa, il coraggio, la fraternità'. Le pare poco?» . E nel mondo di oggi, lei vede qualche Sandokan in giro?
«Vedo Sandokan».
Ma lui non esiste, non è mai esistito.
«I personaggi letterari vivono a prescindere dalla realtà materiale, fanno parte dell'immaginario collettivo. Pensi a quanta ideologia, percezione della realtà, quanto stile di vita produce Hollywood. Ecco, per fortuna esiste anche una produzione extra hollywoodiana di stile e Sandokan ne fa parte a pieno titolo, è l'eterno vendicatore di offese e di torti. Mi piacerebbe vedere un graffito su un muro: ''Sandokan, torna, mamma ha bisogno di te''. Il mito e' il mito, basta leggere la frase di Yanez che conclude il libro».
Quindi neanche il Che o Marcos sono i Sandokan della modernità?
«Il Che era il Che e Marcos è Marcos. Da quando ho scritto la biografia di Guevara, 15 anni fa, lo sogno spesso e lui mi dice che ama i sigari e non le sigarette. E poi mi rimprovera sempre della mia lentezza e incapacità a costruire la scuola che stiamo facendo insieme, mi sgrida perché metto male i mattoni».
Una metafora?
«No, un sogno».
[…]
Salgari faceva combattere le sue Tigri contro l'impero inglese, oggi le Tigri di Taibo contro chi dovrebbero combattere?
«Allora avevamo la guerra dell'oppio in India, oggi abbiamo gli elicotteri Cobra, le videocassette e i McDonald's in Afghanistan».
Quindi il nemico è sempre l'America?
«Beh, la forma più virulenta dell'impero oggi sono gli Stati Uniti».
[…]
Visto che si trova qui, la sua impressione sull'Italia?
«Ogni volta che vengo, mi appare sempre più come una caricatura di se stessa. Il livello di degrado è disperante. Mi piacerebbe poter leggere un libro di Leonardo Sciascia sull'Italia di oggi».

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