7.11.12

"Cari vecchi": l'addio ai genitori di Ernesto Che Guevara. Come don Chisciotte...

E’ un testo celebre, l'addio di Ernesto Che Guevara ai suoi genitori prima della sua partenza per la Bolivia, ove troverà la morte nel tentativo di impiantarvi la guerriglia rivoluzionaria. 
A un uomo di lettere fa impressione l’incipit, il riferimento a Ronzinante e al Don Chisciotte, al mito positivo che quel personaggio rappresenta nell’immaginario del Che, emblema di rivolta contro l’ingiustizia, quali che siano le altrui forze e le nostre debolezze. A tutti, credo, fanno impressione la misura, lo stile franco e insieme delicato, l’amore che animano lo spirito ribelle di questo eroe del XX secolo. (S.L.L.) 
Luglio 1965
Cari vecchi
Una volta ancora sento i miei talloni contro il costato di Ronzinante: mi rimetto in cammino col mio scudo al braccio.
Son passati quasi dieci anni da quando vi scrissi un'altra lettera di commiato. A quanto ricordo, mi lamentavo di non essere un miglior soldato e un miglior medico; la seconda cosa ormai non mi interessa, come soldato non sono tanto male.
Nulla è cambiato nell'essenziale, salvo il fatto che sono molto più cosciente, il mio marxismo si è radicato e depurato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi, e sono coerente con quello che credo. Molti mi diranno avventuriero, e lo sono; soltanto che lo sono di un tipo differente: di quelli che rischiano la pellaccia per dimostrare le loro verità.
Può darsi che questa sia l'ultima volta, la definitiva. Non lo cerco, ma rientra nel calcolo logico delle probabilità. Se così fosse, eccovi un ultimo abbraccio.
Vi ho molto amati, ma non ho saputo esprimere il mio affetto; sono, nelle mie azioni, estremamente drastico, e credo che a volte non abbiate capito. Non era facile capirmi, d'altra parte: credetemi, unicamente, oggi.
Ora, una volontà che ho lustrato con amore d'artista sosterrà due gambe molli e due polmoni stanchi. Lo farà.
Ricordatevi di questo piccolo condottiero del secolo XX. Un bacio a Celia, a Roberto, a Juan Martin e a Pototìn, a Beatriz, a tutti. A voi un grande abbraccio di figliol prodigo e ribelle.
Ernesto

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