3.11.12

Sogliole ed altri mimetismi (di Carlo Grande)

La rubrica, che Carlo Grande su "La Stampa" dedica agli animali, ha riservato nel settembre scorso una puntata piena di canore citazioni ai mimetismi delle sogliole e di altre creature marine e montane. Da leggere. (S.L.L.)
Una sogliola sul fondale
La sogliola di questi tempi se la passa peggio del solito, è costretta a nascondersi dai predatori - innanzitutto l’uomo - perché inizia la stagione in cui viene pescata di più. Avete mai visto una sogliola nascondersi? Sta appoggiata sul fondale con la faccia tutta storta e gli occhi di fuori, pare un cartoon o un quadro di Picasso: gli occhi sono tutti dallo stesso lato mentre l’altro è spiattellato sulla sabbia. Nascendo era un pesce normale, con un occhio per parte, ma per salvare la pelle – meglio, le lische – un occhio è migrato dall’altra parte; così l’animale può tenerli spalancati e guardare dal fondo senza essere visto.
In Baci e saluti Ivano Fossati parla dei pesci sul fondo che stanno a guardare. Bellissima canzone che parla anche di umani, votati all’arroccamento per sopravvivere o per paura: stanno sul fondo, infossati nella sabbia “e se passa l’ombra dell’amore/ posso nascondermi e aspettare che ritorni tutto l'immenso stellato/ dove a Dio piace improvvisarsi pescatore”. Sì, ogni tanto (anzi spesso) qualcuno viene “pescato”, da Dio o da un pescatore e finisce in padella. Meglio tardi che mai. “Morire sì, ma di morte lenta”, cantava Brassens.
Nel frattempo si usano tutti i trucchi a disposizione: imitazione, trasformismo, recitazione. Il polpo Macrotritopus defilippi si mimetizza nella sabbia dei fondali e quando nuota si finge di essere un pesce, riunisce i tentacoli e li muove come una sogliola, che avendo le lische è più indigesta. Ci sono insetti, in montagna, che si travestono da rametti. A proposito di montagna, da ottobre sarà in edicola "Montagne 360", mensile ufficiale del Cai (direttore Luca Calzolari). Da non perdere.
Gli animali, comunque, sono maestri dell’imprevedibile, ben prima dei surrealisti, di André Breton e Salvador Dalì. Spaesare, mettere fuori posto: Lautréamont, che teorizzava poesia e pittura come “l’incontro di un ombrello e di una macchina da cucire su un tavolo operatorio”, sarebbe piaciuto alla sogliola e al polpo. D’altra parte (lo diceva anche Gombrich), certi mimetismi sono autentiche opere d’arte. La Solea solea che guarda dal fondo è buffa, come la seriosità con cui si passa la vita da fifoni, acquattati nella sabbia. Salvo dire poi che l’esistenza è un po’ piatta… That’s it, dicono a Los Angeles, tant’è. “Di così poco si accontenta la natura umana e quella dei pesci, sul fondo, che stanno a guardare”.

"La Stampa", 18 settembre 2012

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